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Ketty Rouf: “La mia prof. che di notte ritrova se stessa”

Autore: Alessandro Mezzena Lona
Testata: Arcane storie
Data: 2 luglio 2021
URL: http://www.arcanestorie.it/2021/07/02/ketty-rouf-la-mia-prof-che-di-notte-ritrova-se-stessa/

Joséphine-Rose Lee abita in un romanzo. Un libro sorprendente e bello. Si intitola “Non si tocca”, l’ha scritto Ketty Rouf, nata a Trieste da genitori italiani, da tempo emigrata a Parigi seguendo il suo desiderio di vivere e lavorare in una delle più belle città del mondo. Lo ha tradotto Valentina Abaterusso per le edizioni e/o (pagg. 185, euro 17). Pubblicato in Francia dalle prestigiose Editions Albin Michel, ha conquistato subito l’apprezzamento della critica e dei lettori. Tanto da assicurarsi subito un premio prestigioso nel 2020: il Prix du Premier Roman.

“Oggi non esisto. Probabilmente neanche domani. Nel fine settimana ingollerò tre gazzose alla menta in solitaria. Mi leccherò le dita – tutte le dita – dopo essermi rimpinzata di noccioline”. Assomiglia alla vita di tanti, quelli della Joséphine di “Non si tocca”. Un lavoro che le prosciuga la voglia di vivere, pochi amici che le interessi frequentare per davvero, minime soddisfazioni ricavate dalle sue belle lezioni di Filosofia a una classe di studenti del tutto disinteressata e ingestibile. Soltanto uno, forse il più enigmatico, Hadrien, riesce a stabilire con lei un segreto scambio di idee. Affidato a una serie di lettere che il ragazzo lascia alla sua prof. nella casella della posta a scuola.

Ed è proprio da lì, da quel vuoto di vita inesorabile, che prende forma un’idea del tutto eretica. Se la Filosofia non serve a niente, anzi “è una palla” come dicono i suoi studenti, allora Joséphine decide di rispondere a un richiamo inaspettato. La proposta di una compagna del corso di danza di entrare a far parte del corpo di ballo del Dreams, “mecca parigina dello strip-tease alla francese”. Comincia così, quasi per gioco, il viaggio lungo la notte di una donna che ha smesso di credere in se stessa. E che scoprirà, nello sguardo dei clienti del locale, quanto il suo corpo non sia poi da buttare. Quanto una donna intelligente e colta possa trasformarsi in un femme fatale. Vestita in maniera seducente, arrampicata su tacchi altissimi, pronta a mettere in risalto le proprie forme. Disponibile fino a un certo punto: perché la regola del locale è, appunto, che “Non si tocca” mai l’oggetto del desiderio.

Non sarà certo una schiava del desiderio maschile, Joséphine, nelle notti passate tra il palco e il privé del Dreams. Anzi, è lì che scoprirà una nuova libertà. Una leggerezza nel sentirsi guardata, ammirata, amata, anche se soltanto per poche ore. E quel coraggioso errare oltre i confini della trasgressione, accettando fino in fondo la propria femminilità, cambierà per sempre il suo approccio con l’essere. Con il vivere la normalità di ogni giorno. Perché riuscirà a trovare tanta umanità tra le ragazze dello strip-tease: l’amata Fleur, la graziosa Coquelicot, l’inflessibile Andrea. E anche assonanza con il pensiero dei suoi amati Marco Aurelio, Cartesio, Seneca che diceva “ci vuole tutta la vita per imparare a vivere”. Di certo, un coraggio di essere se stessi molto più intenso e deciso di quello della società, dove la scuola ha rinunciato a diffondere la cultura per non creare troppi problemi. E i rapporti tra le persone, troppo spesso, sono dominati da una cortese, implacabile indifferenza.