Chissà quante volte vi sarete chiesti: «Perché non ho dato retta alla mia migliore amica?», «Cosa mi ha spinto a stare con lui?», «Se avessi colto quell'occasione, non sarebbe stato meglio?». La vita è fatta di rimpianti, sembra dirci Matt Haig, scrittore inglese già autore del bestseller Come fermare it tempo, nel nuovo romanzo La biblioteca di mezzanotte, rimasto a lungo primo in classifica in Gran Bretagna. La vita è fatta di occasioni perdute, di fidanzati lasciati, di lavori che non ci piacciono. Ma la vita è anche fatta delle nostre scelte e va apprezzata per come viene. Lo impara la protagonista, Nora, 35 anni, che in un momento di grande depressione - è stata licenziata, le è morto il gatto, ha lasciato il futuro marito praticamente sull'altare - decide di ingurgitare un flacone di pillole. Si ritrova così catapultata in una biblioteca stracolma di volumi, gestita da una bibliotecaria che ha le sembianze di quella da cui da bambina lei si rifugiava e trovava conforto. Ogni libro è un'esistenza che Nora avrebbe potuto vivere se non ci avesse rinunciato fin da subito: moglie di Dan con pub in campagna; ex campionessa olimpionica di nuoto; glaciologa alle isole Svalbard; rockstar; emigrata con l'amica in Australia... Mrs Elm, questo il nome della bibliotecaria, gliele fa provare tutte, ma con che risultato? «Ogni vita contiene in sé milioni e milioni di decisioni. Alcune grandi, altre più piccole. Ma ogni volta che una decisione prevale su un'altra, il risultato cambia» le insegna. Un po' fiaba, un po' Sliding doors (film di Peter Howitt), La biblioteca di mezzanotte è tanti punti di vista differenti, tante storie assieme che vuoi scoprire come andranno a finire. A volte commuove, altre fa sorridere, molte fa riflettere. E, sebbene ci sia di mezzo un suicidio, è in realtà un'esaltazione della vita. Qualunque e comunque sia.