Iniziando a leggere il libro di Anna Pavignano si ha l’impressione di venire a conoscenza di un segreto a lungo tenuto nascosto, di quelli che si raccontano sulle famose star americane che inscenando la propria morte possono finalmente vivere una vita serena. Nel nostro caso è quello che possiamo definire un segreto di Pulcinella – detto ovviamente con affetto nonché vana speranza – perché, nonostante il libro ci illuda abilmente che la morte di Massimo Troisi sia stata una finzione, purtroppo per tutti noi, non è così. Massimo Troisi se n’è andato molto tempo fa lasciandoci orfani soprattutto di poesia così rara allora come oggi nella nostra vita.
Il libro di Anna Pavignano esce la prima volta nel 2007 per raccontare Troisi a più di dieci anni di distanza dalla sua scomparsa ed oggi, leggendolo, è ancora un libro necessario per conoscere e capire questa figura da un punto di vista privilegiato, quello della donna che è stata a lungo la sua compagna nonché preziosa collaboratrice.
Lasciandosi sedurre dal gioco che sta alle spalle di questa narrazione un po’ biografia, un po’ memoria, il libro ci cattura e ci porta dove vuole, nello specifico in una casa fuori Roma dove Anna e Massimo si ritrovano e si raccontano.
L’abilità della Pavignano è indiscutibile. I ricordi, i dialoghi e le riflessioni si fondono armoniosamente riuscendo ad abbattere il muro tra sogno e realtà e creando una nuova dimensione, quella letteraria, appunto, dove tutto appare possibile. La scrittrice fa parlare l’attore attraverso quelle frasi e quelle battute che chiunque ne abbia visto i film ha ben impresse nella memoria e quelle parole, a lui magicamente ridate, riecheggiano nella nostra mente e ci rubano ancora una volta un sorriso.
Forse inconsapevolmente chiunque abbia amato o apprezzato Troisi, lo sapeva già, se non altro lo intuiva, ma con questa opera abbiamo la certezza che persona e personaggio sono la stessa cosa.
Da domani mi alzo tardi è un’opera sicuramente significativa da un punto di vista conoscitivo, tuttavia essa possiede anche una propria identità letteraria. È infatti soprattutto il racconto tenero e delicato di una storia d’amore, tanto più intensa in quanto frutto della memoria.
Nel silenzio della casa fuori Roma, lentamente emergono dalle ombre del passato Anna e Massimo, giovani, innamorati e fuori gli schemi. Entrambi pieni di talento, si prendono e si lasciano come i personaggi che mettono in scena nei loro film.
Anna e Massimo non hanno niente della saggezza degli adulti; nella vita vera, come molti di noi, hanno probabilmente sbagliato i tempi, forse i modi, ma da parte della scrittrice non ci sono accuse verso i ragazzi che furono. Forse le cose sarebbero potute essere diverse… forse. O forse è così che dovevano andare, perché chi è rimasto potesse continuare a raccontare.