«I pirati vanno di isola in isola, ma da tempo hanno smesso di cercare tesori. Adesso sanno che sono loro il tesoro, (...) che non c’è altra ricchezza che essere liberi di navigare». Queste parole del filosofo spagnolo Fernando Savater sarebbero un’ottima introduzione a Usciti di Senna. Michel Bussi, infatti, costruisce un poliziesco dal ritmo travolgente che nello stesso tempo è anche una storia di pirati: troviamo dunque un omicida seriale, abbordaggi, tesori nascosti, vecchi marinai che custodiscono segreti... I protagonisti sono due: Maline, una giovane reporter di “SeinoMarin” con un’ombra nel passato, e soprattutto il commissario Paturel, divorziato e alle prese con due bambini piccoli. Entrambi lavorano a Rouen, capoluogo della Normandia. La città, nella valle della Senna, è un importante porto commerciale e ospita ogni cinque anni l’Armada, un evento che vede sfilare i più bei velieri di tutto il mondo. La parata si snoda lungo le anse del fiume e sugli argini accorrono milioni di spettatori. Bussi è bravo nel ricostruire questa ambientazione insolita: il caos, l’eccitazione e il brivido quando la manifestazione viene scossa dall’omicidio di un marinaio messicano. La felicità immaginativa, il divertimento con cui l’autore mette in scena i pirati sono il valore aggiunto di questo romanzo. Lo stile è talvolta frettoloso, teso nel costruire più la suspense che a dipingere le sfumature psicologiche. Una lettura adatta alle giornate estive, sulle rive del fiume o al mare, ma anche tra le pareti di casa, che presto si popoleranno di pirati, velieri e tesori inestimabili.
