Ho seguito gli attentati in Europa tra il 2015 e il 2016 dalla redazione di un giornale (questo) occupandomi però di altro. Quando ci penso sento di non avere un quadro completo degli avvenimenti: ci sono stati gli attentati, ma dopo? Ci ho ripensato di recente, abbastanza a lungo da cercare alcune risposte alle domande che più mi faccio: cosa vuol dire sopravvivere a un attentato, che ricordi si possono avere di quei momenti, come si vive dopo? Philippe Lançon ci ha scritto un libro, pubblicato a inizio anno. Si trovava nella redazione di Charlie Hebdo il 7 gennaio 2015 e venne colpito da tre proiettili, uno dei quali gli ha deturpato il viso. Non perse mai conoscenza e da cronista è riuscito a raccontare a suo modo tutto quello che ha vissuto: l’irruzione, i soccorsi, il tempo passato in ospedale e l’inizio di una vita diversa.