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Mi sono innamorata di Marsiglia dopo essermi innamorata di Jean-Claude Izzo.

Testata: L come libro
Data: 7 giugno 2020
URL: https://www.lcomelibro.it/jean-claude-izzo-storia-di-un-marsigliese-di-stefania-nardini/

Mi sono innamorata di Marsiglia dopo essermi innamorata di Jean-Claude Izzo.

Dopo aver letto La trilogia di Fabio Montale, ho preso marito e figli e li ho portati in quella città meravigliosa, abbiamo camminato in lungo e in largo per tre giorni e, in fondo al mio cuore, pur sapendo che non sarebbe mai successo, ho sperato tanto di incontrare il miglior scrittore di vita che io abbia mai letto.

E forse, in fin dei conti, l’ho incontrato veramente.

Marsiglia è sempre stata un’utopia divenuta realtà. Perché appartiene alla gente. L’ultimo che arriva è marsigliese: un modo di dire che è la filosofia della città.

È proprio vero, Marsiglia non è una città per turisti, è una città da guardare con gli occhi di chi arriva, è una città da respirare, da misurare passo dopo passo, lasciandole il potere di entrarti dentro, appartiene alla gente, non si nasconde dietro immagini patinate, anche perché tutta quella luce lì, tutta quella meraviglia, le persone, la vita, la mixité, come ce l’ha regalata Izzo, non ci starebbero dentro un’immagine patinata.

In questo libro, Stefania Nardini, giornalista, scrittrice e traduttrice, a cui va il mio grande grazie per averci dato Izzo, mi ha regalato un uomo proprio come me lo immagino, proprio come me lo sono sempre visto davanti grazie alle parole che ci ha lasciato, un uomo coraggioso, leale, saldamente ancorato alle origini, ai luoghi, alla vita, un uomo che sa da che parte stare, un uomo che quando ama lo fa totalmente, un marsigliese temprato dal mare, dal porto, dai vicoli del quartiere in cui è cresciuto e in cui, credetemi, si respira un vita che io a parole non so dire, ma lui sì.

Il Panier, il cuore di Marsiglia, il quartiere della vergogna, ha sempre avuto il difetto di essere un concentrato di vita. Un groviglio di vicoli in cui si intrecciavano storie, codici, misteri, allegria, disperazione.

Le opere di Izzo, tutte, lasciano il segno e creano un’appartenenza.

La trilogia, insieme a Marinai perduti, Il sole dei morenti, Vivere stanca, Aglio, menta e basilico sono libri a cui torno ogni volta che mi manca Marsiglia, ogni volta che vorrei essere lì a guardare quella luce, a sentire quel sole sulla pelle, a respirare tutti gli odori di quello che è diventato per me un posto sicuro, un luogo a cui voler tornare quando sento che mi manca qualcosa per star bene.

Jean-Claude Izzo Storia di un marsigliese, di Stefania Nardini, non è solo un omaggio allo scrittore, all’uomo, al giornalista che è stato ciò che scriveva, è, soprattutto, un regalo a noi, a noi che leggiamo, che amiamo e che, a volte, anche solo con un libro, ci salviamo.