Uscito nel 2019, Cambiare l’acqua ai fiori di Valérie Perrin è in cima alle classifiche. Passaparola? Non solo.
È stato un passaparola, aiutato dall’isolamento, che ha fatto salire Cambiare l’acqua ai fiori, della francese Valèrie Perrin, ai primi posti nella classifica dei libri stranieri (eppure era uscito nel luglio dell’anno scorso). Perrin, fotografa di scena e scrittrice, moglie del regista Claude Lelouch, ha ambientato la storia in un cimitero in Bretagna. La custode, Violette Toussaint, abbandonata dal marito anni prima, si muove nel cimitero come a casa sua.
Cura un orto, conosce tutte le sepolture, tiene un libro in cui trascrive le orazioni funebri e all’occasione offre un caffè a chi ne ha bisogno. Un giorno si presenta da Violette un poliziotto di Marsiglia, Julien Seul, con una strana richiesta. La madre, appena morta, ha lasciato scritto che le sue ceneri fossero seppellite nella tomba di un famoso avvocato, totalmente ignoto al figlio.
Comincia così un intreccio di storie tra presente e passato, con continui sbalzi temporali che comprendono tre decenni. Un romanzo commovente che parla più di amore che di morte.
Il libro sembra cercare cosa c’è dietro alle apparenze.
«Sì. In generale è quello che preferisco: cercare e rivelare il giardino segreto di un personaggio. Capire perché le persone non sono tutte nere o tutte bianche ma sono piene di sfumature. Nel libro uno dei personaggi è particolarmente abietto. Ma alla fine si scopriranno diverse circostanze attenuanti, e il lettore comprenderà quello che prova».
Lei ha costruito il romanzo facendo dei continui sbalzi temporali. Perché?
«Perché è indispensabile conoscere le cose poco a poco. Distillare gli avvenimenti per rendere felice il lettore che può farsi largo tra passato e presente. Il punto di partenza è: una donna fa la custode in un cimitero in Borgogna da diciannove anni. Al momento sembra amare la sua vita. Il marito è sparito da molti anni, così senza dare spiegazioni. Perché?»
Lei ha dato molto spazio alla poesia. Perché ogni capitolo inizia con versi o citazioni?
«Senza rivelare niente della storia, a un certo punto accade un fatto che capovolge tutto. Io volevo smettere di aprire i capitoli con versi, epitaffi e testi di canzoni da quel momento in poi. Ma la mia editrice mi ha consigliato di andare avanti. E così ho continuato fino alla fine. E ovviamente, alcuni di questi testi li ho trovati sulle lapidi».
Cambiare l’acqua ai fiori significa che dopo un lutto si può rinascere?
«Sì. Quando cambiamo l’acqua ai fiori, abbiamo appena spalancato le finestre, spolverato e messo dell’acqua fresca nel vaso, abbiamo tagliato un po’ gli steli in modo che i fiori rimangano belli, per mantenerli dalla parte della vita e della bellezza».