Quella fredda mattina del 7 gennaio 2015 Philippe Lançon è alla riunione di Charlie Hebdo, il settimanale satirico al quale collabora. È la prima dopo la pausa delle festività natalizie, non è obbligato ma gli fa piacere esserci. Philippe è un giornalista culturale di quasi cinquant’anni che scrive per Libé, un matrimonio finito alle spalle e un nuovo amore con una ballerina cilena che vive a New York. ma in quel momento non può nemmeno immaginare che due ore dopo non sarà più quello di prima. Mai più. Quando i due estremisti islamici fuggono dal luogo dell’attentato dopo avere ucciso dodici tra giornalisti e guardie di sicurezza, Lançon è un superstite, uno degli undici feriti. Una pallottola lo colpisce al viso distruggendogli parte della mandibola e danneggiando gravemente la parte inferiore del viso. La traversata racconta l’odissea di un uomo per tornare alla vita. È il racconto di undici mesi e di svariati interventi ai quali Lançon fu costretto in ospedale e che gli hanno permesso la parziale ricostruzione del viso. È il diario, scarno e poetico, della risurrezione laica di un uomo che nasce dalle ceneri di una ferita inestinguibile. Il ritorno alla parola, la sfida del riconoscersi, della solitudine, del silenzio. Una scuola durissima, una riflessione costante sul valore della vita, sul significato della parola cultura e sul senso dell’umanità nelle nostre società in tumulto.