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Salina, una lunga fiaba tra amore e odio nell’ultimo romanzo di Laurent Gaudé

Autore: Tiberio Crivellaro
Testata: Altro giornale Marche
Data: 6 maggio 2020
URL: https://www.altrogiornalemarche.it/2020/05/salina-una-lunga-fiaba-tra-amore-e-odio-nellultimo-romanzo-di-laurent-gaude/

Per l’ultimo romanzo di Laurent Gaudé “Salina, i tre esili” (E/O Edizioni) vi propongo un incipit (sul libro) di Emile Cioran tratto da “Sillogismi dell’amarezza” (Adelphi) che denota la ferina ironia del filosofo rumeno: “A chi non è successo di raccogliere le confidenze di un povero cristo nei confronti del quale Tristano sembrerebbe un prosenneta?”

So che coralmente mi chiedereste: “Ancora Lui”? Che vi disturba ogni tanto qualche saggezza peraltro a introdurre un grande romanziere e drammaturgo? “Salina…”, tanto quanto “La morte di re Tsongor” sono parte integrante dei lunghi racconti di Gaudé; racconti arcaici di mondi antichi e senza tempo dove i sentimenti e le azioni dei protagonisti vivono essenzialmente in paesaggi fatti di pietra, di climi estremi nella cruda realtà della “materia” che coesistono con le più lontane esistenze umane, epocali.

Allora in sintesi: un cavaliere scende dalle montagne e attraversa il deserto. Nessuno sa chi è. Porta seco un fardellino urlante di neonato. Silenziosamente il cavaliere entra nel villaggio di Djimba (Guinea). Scende da cavallo e posa a terra il neonato tra gli sguardi attoniti degli abitanti. Nessuno sa che farne. Ma il reggente della cittadina deciderà, alfine, se lasciare che sole o iene lo uccideranno.

Intanto tramonta il sole e le iene non si avvicinano al piccolo che continua a strillare. A questo punto, una donna si avvicina, prende in braccio il pargolo e lo allatta. Solo ora si accorge che è una femminuccia. La pia donna le darà il nome di “Salina” in ricordo del sole che le ha fatto versare tante lacrime. Comincia l’esistenza di Salina che, crescendo, cercherà quella felicità dovutale, ma che tuttavia, provocherà tante sciagure. Sangue, polvere e morte accompagno Salina che cerca serenità. Ma a cosa sono relativi i suoi tre esili nominati in copertina del libro? Mistero per chi non lo legge. Come una preghiera senza età nel cuore dell’Africa ancestrale sconosciuta, si tratta di una lunga fiaba tra amore e odio tipici dei profondi istinti primordi. Curiosi? Lo spero, miei cari.