Dror A. Mishani è il più famoso giallista israeliano, arrivato al successo già con il suo primo romanzo “Un caso di scomparsa”, che segna anche l’esordio dell’ispettore Avraham Avraham del commissariato di Holon, nelle vicinanze di Tel Aviv.
Primo di una serie, per ora composta da altri due libri “Un’ipotesi di violenza” e “The Man Who Wanted to Know” ancora inedito in italiano, “Un caso di scomparsa” è un giallo che gioca con gli archetipi tipici del genere e tenta di smitizzarli in quanto Avraham Avraham studia e critica i grandi classici del giallo, a partire da quelli di Agatha Christie ma poi non riesce ad applicare le teorie che sviluppa sui casi pratici che affronta.
Anche “Tre”, sua quarta opera, mette in luce i tentativi di Mishani di ampliare e andare oltre gli schematismi tipici del giallo.
Tecnicamente, infatti, “Tre”, che non fa parte della serie di Avraham, è una “inverted detective story” come nei telefilm del tenente Colombo in cui seguiamo l’indagine dal punto di vista dell’assassino e quasi parteggiamo per lui ma Mishani stavolta capovolge la visuale e ci porta a vedere le cose dalle parte delle vittime.
Il romanzo è ambientato nell’ambito preferito da Mishani, il suo piccolo triangolo vitale che ha come vertici Holon, Bat Yam e Tel Aviv e comincia come un thriller psicologico nel quale viviamo gli approcci e le schermaglie amorose tra donne fragili e vulnerabili ed un avvocato di mezza età che le corteggia e che nel tempo farà capire di avere qualcosa da nascondere.
Se Orna, divorziata e insoddisfatta ed Emilia, emigrata lettone spaurita e insicura cadranno nella ragnatela ordita dal predatore, è la terza donna a mostrare una resistenza maggiore e una consapevolezza della sua forza decisamente lodevole.
“Tre”, numero che richiama il numero delle donne coinvolte nel thriller, porta in luce molti aspetti di tremenda attualità come il femminicidio e malgrado il colpo di scena finale lascia molte domande senza risposta.
Qual è il motivo di queste morti?
Perché Orna, Emilia e Ella si fanno coinvolgere tanto intensamente da un uomo con poche o addirittura senza qualità come il predatore? Viste le preoccupazioni per evitare di lasciare qualsiasi traccia l’assassino stava cercando il “delitto perfetto”?
Sono tanti gli interrogativi suscitati dalla lettura di questo notevole thriller psicologico arricchito anche dalla presenza di una detective, Orna Ben Chamo tosta e determinata che malgrado essere rientrata da poco dalla maternità dalla sua terza figlia segue con tenacia piccoli indizi che la porteranno ad una soluzione del caso che la coinvolgerà in modo imprevisto e decisamente rischioso.
Dror A. Mishani con “Tre” smentisce che la teoria più volte esposta dal suo eroe Avraham Avraham in “Un caso di scomparsa” e cioè che non possa esistere un giallo israeliano.
Il giallo israeliano esiste ed è anche molto convincente come dimostra questo romanzo.