XYZ. Le ultime tre lettere dell’alfabeto per Xenia Ylenia Zannier, un nome impossibile da dimenticare, un personaggio impossibile da dimenticare che sostituisce il commissario Proteo Laurenti, protagonista della serie di romanzi polizieschi di Veit Heinichen, lo scrittore tedesco che vive da molti anni a Trieste dove ambienta i suoi libri.
Non questo - “Borderless” segna un cambiamento deciso nella narrativa di Veit Heinichen. Grado e non Trieste sullo sfondo, una donna giovane e single al posto di Proteo di cui conoscevamo moglie e figli, un thriller più accentuatamente politico e una trama di ampio respiro in cui il Male, l’Avidità e la Corruzione sono senza confini, Borderless (anche se il titolo si può semplicemente ricondurre ad un indirizzo di posta elettronica usato nel libro), con riferimenti alla storia recente dei Balcani quando i confini sono stati spostati o tracciati nuovamente stravolgendo le identità delle persone.
È un momento di alta tensione a Grado e, più genericamente, nel Nord Est dell’Italia. Si sta avvicinando la data della cerimonia commemorativa della fine della Grande Guerra al sacrario di Redipuglia. Interverranno cinque capi di stato, i livelli di sicurezza devono essere potenziati. La senatrice italiana Romana Castelli de Poltieri (eletta per cinque volte di fila) ambisce ad essere presentata alla cancelliera tedesca, attesa pure lei alla cerimonia. La figura della senatrice è l’antitesi di quella della commissaria - ombra e luce. La prima senza scrupoli, coinvolta in una serie di scandali internazionali e in parte responsabile della morte del fratello di Xenia, questa guidata da un senso di correttezza e di onore in cui si insinua pure il desiderio, non di vendetta, ma di giustizia nei confronti di quel fratello finito in prigione per una colpa non commessa (fratello per fratello, c’entrava il fratello della senatrice).
E succedono tante cose a Grado o altrove, ma sempre in relazione con quanto sta accadendo a Grado. Traffico di merce umana che ha seguito una rotta diversa dalle solite, traffico di armi, il passaggio di proprietà di un’azienda chimica italiana ad un’altra azienda tedesca, l’omicidio di un giornalista d’inchiesta che aveva scoperto il giro di affari illeciti di una banca tedesca durante e dopo il conflitto dei Balcani. E, per non tralasciare niente, il gruppo di Patria Nostra che affigge ovunque manifesti contro l’Unione Europea e contro la Germania per passare poi ad azioni più eclatanti. E burattinai che tirano le fila, coperti dall’immunità e da una solidarietà di casta del potere.
Diciamolo: ci voleva uno scrittore straniero residente in Italia per svecchiare il giallo italiano, per tirarlo fuori dai confini stretti della provincia, ci voleva, per l’appunto, “Borderless”. Un romanzo ambizioso e coraggioso che regge il paragone con i thriller politici che ci arrivano dal Nord, sostenuto da ricerche a vasto raggio e da un’ottima conoscenza storica; il libro di qualcuno che non ha paura di alludere apertamente e di denunciare, sotto la veste dell’intrattenimento.
“Borderless” non è un mystery. Sappiamo subito, con un certo margine di incertezza per qualche personaggio ambiguo, chi sono ‘i buoni’ e chi ‘i cattivi’. Si tratta di seguire la vicenda con un po’ di batticuore perché ‘i cattivi’ sono gente fredda e priva di morale e non hanno scrupoli nel togliere di mezzo chi è di intralcio. E non vorremmo che la commissaria Zannier fosse colpita in uno scontro a fuoco.
È un personaggio riuscito, quello di Xenia, la bambina del miracolo, fatta nascere con un cesareo d’urgenza la notte del terremoto del Friuli, nel 1976. Sua madre era rimasta sotto le macerie - è questo trauma prenatale la causa della sua claustrofobia? Veit Heinichen non si dilunga in descrizioni sull’aspetto di Xenia, ci dice piuttosto del suo praticare le arti marziali, della sua mira fulminante, dell’abitudine di fare lunghe nuotate che condivide con Proteo Laurenti (per chi teme di sentirne la mancanza: qui Proteo fa un paio di apparizioni fugaci). Con i suoi modi di fare sbrigativi e la sua femminilità un poco androgina, Xenia si allontana dalle altre donne protagoniste sulla scena del genere poliziesco italiano, non ne ha la civetteria e la svenevolezza. E noi speriamo di ritrovarla in altri romanzi.
In questi giorni di maggiore o minore segregazione forzata a causa del coronavirus senza confini, “Borderless” è un’ottima lettura.