Nuova vita per I Cariolanti, il romanzo più cupo e duro di Sacha Naspini: pubblicato alcuni anni fa da Elliot, è appena entrato in catalogo E/O, dopo il successo de Le case del malcontento e la conferma con il thriller psicologico Ossigeno.
Un romanzo terribile, cupo, sanguinario, spietato ma allo stesso tempo struggente.
Un romanzo ben costruito per struttura e narrazione ma che angoscia con la sua spaventosa e palpabile realtà.
Un diario, interrotto appena da brevi punti di vista di altri personaggi, che sa trasformare le parole in immagini per accompagnare e guidare il protagonista verso le tenebre del suo inferno.
Tredici capitoli che fotografano la vita di un disgraziato, una vittima che, a conferma della sua anormale normalità quotidiana di uomo “nato di traverso”, si trasformerà in carnefice.
Aldo, padre di Bastiano, è un disertore della Prima Guerra. Quando ha ricevuto la cartolina di precetto, invece di partire per il fronte ha deciso di sparire con la moglie e un figlio bambino, Bastiano. Per farlo si è servito di una buca che aveva scavato nei boschi e che usava per ammazzare le bestie. Un buca grande a sufficienza da starci in tre, trasformata in un fetido rifugio sotterraneo, con l’acqua, quando piove, che penetra e va a riempire tutti gli spazi che trova. Quanto si può resistere così? Ma si deve, perché Aldo ha fatto questa scelta per non lasciare la sua famiglia. I tre, pigiati dentro la “tana” in cui solo Bastiano di nove anni riesce a stare in piedi, dovranno affrontare per anni l’allucinante barbarie di quella loro vita che non fa sconti e offre freddo, caldo e fame. Soprattutto la fame: la necessità di sopravvivenza non fa ragionare e costringe a ogni atrocità. Il padre si procura del cibo con rapide uscite, ma spesso la famiglia resta digiuna per giorni e quella fame, che scava un buco nella pancia e deve essere placata a ogni costo, li costringe a cibarsi di vermi e persino di carne umana con raccapriccianti pratiche cannibalesche. Per Bastiano sono busse e minacce, se non mangia tutto fino all’ultima briciola.
Passano gli anni, attraverso indicibili incubi, terrori e sofferenze, fino a quando finalmente la guerra finisce. Ormai tarata nel corpo e nello spirito, nel generale disordine e confusione del dopo, la famiglia torna dal nulla, prova a condurre una vita normale, si sistema nella baracca abbandonata vicino alle fontane, il padre l’aggiusta in qualche modo e dice alla povera gente del posto di chiamarsi Aldo Cariolante.
I Cariolanti, minacciati come orrendi mostri a Bastiano nella buca, si trasformeranno nella maschera dietro la quale nascondere la vergogna della fuga, ma anche in una specie di premio per non essere stati scoperti. In paese mancano braccia per lavorare i campi, qualcosa da fare si trova, abbastanza per non morire di fame. Ma la memoria di quella terra che li ha imprigionati non li abbandonerà mai. Quella spaventosa esperienza ha eroso i loro cervelli, ha sconvolto la logica delle loro necessità. Bastiano prova a uscire allo scoperto, cerca di adeguarsi, capire, ma è irrimediabilmente segnato dagli stenti, parla a fatica, sembra un ritardato, il suo vero mondo è ancora là, chiuso dentro quella maledetta buca condizionato dalle continue minacce. Ogni suo impulso è ormai incontrollabile. Si sente solo legato alla natura: i boschi, i cani selvaggi, il suo vero orizzonte, bestiale, si scontra violentemente con le dinamiche del mondo di fuori, quello degli uomini.
Quando conoscerà drammaticamente l’amore, per un breve attimo pare sfiorare la normalità. Ma il destino non fa sconti, i suoi gesti continueranno a essere da bestia selvaggia e la mostruosa tara della buca che è la sua condanna lo chiuderà per anni, pur innocente, in carcere. Di là, per scelta, per uscire da dietro le sbarre, accetterà la ferocia e gli orrori del secondo conflitto mondiale. E neppure il ritorno a casa potrà essere minimamente consolatorio perché un nuovo inferno è in agguato, con alcuni segreti familiari di inaudita crudezza…
Sacha Naspini ha descritto i peggiori lati dell’animo umano senza filtri, senza moralismi né interpretazioni, lasciando il giudizio al lettore. Certo è che I Cariolanti, a metà tra novella tragica e fiaba nera, crudele e poco adatto a stomaci deboli, è un pugno nello stomaco ma molto coinvolgente. Così tanto che bisogna andare avanti a leggere fino in fondo le pagine cariche di miseria, ignoranza e disperazione per capire quanto un’infanzia negata, violata, può condizionare un essere umano rendendolo simile a una bestia.