Siamo all’inizio degli anni ’70, sotto la dittatura di Anastasio Somoza Debayle, ultimo dei tre presidenti appartenenti alla famiglia Somoza che dal 1937 tiene sotto scacco la popolazione latinoamericana attraverso una politica repressiva che si basa sul terrore e sul massacro.
Lavinia è una giovane borghese, che ambisce a diventare un architetto e ad avere una vita tranquilla, ma i suoi piani saranno stravolti radicalmente nel momento in cui la sua vita incrocerà quella di Itzá, una guerriera che ha combattuto nell’epoca dell’invasione dei conquistadores spagnoli, e soprattutto Felipe, collega di lavoro e membro del Fronte Sandinista di liberazione nazionale.
Un romanzo emozionante, incentrato sulla figura femminile di Lavinia e sulla sua evoluzione sia come donna all’interno di una società che ancora subisce una forte influenza machista, sia come rivoluzionaria che si ribella a un regime militare che ha privato il popolo della sua libertà costringendolo a vivere in un clima di costante terrore e repressione. Consigliatissimo.