GIULIA 1300 E ALTRI MIRACOLI - di Fabio Bartolomei
Testata: i-libri
Data: 17 marzo 2011
Spassoso, intelligente e originale, Giulia 1300 e altri miracoli è un romanzo "completo", che alterna momenti di commozione a parentesi di ironia, e sa incuriosire e coinvolgere il lettore facendogli vivere vicende rocambolesche che sfiorano l'inverosimile senza mai sconfinare nel paradosso.
I protagonisti sono tre perfetti sconosciuti che, per motivi diversi, stanno attraversando un periodo difficile, di quelli in cui tutto sembra andare storto. Claudio si è separato da Antonia e sta mandando a rotoli l'azienda di famiglia; Fausto, venditore di orologi in TV, rischia il linciaggio ogni volta che qualche cliente gabbato lo riconosce per strada; Diego, che lavora in una concessionaria di automobili, si ritrova ad assistere impotente alla morte di suo padre.
Per tutti e tre è arrivato il momento di "svoltare", e il miraggio di una nuova vita, più vera e più entusiasmante, si materializza in un "casale ristrutturato, tre livelli, due ettari di terra, splendidamente immerso nella campagna".
"Siamo la generazione del piano B. Lavorare in questo paese fa così schifo che, anche se fai il miracolo di raggiungere la posizione per cui hai studiato, dopo due anni ne hai le palle piene e inizi a elaborare il tuo piano B. Quasi sempre si tratta di un agriturismo, questo quando allo schifo per il lavoro si aggiunge lo schifo per la città".
Il casale effettivamente corrisponde alla descrizione che c'era sull'annuncio di vendita; il problema è che, quando l'agente immobiliare incontra i tre potenziali acquirenti, è costretto a rivelare subito la fregatura che si nasconde dietro il ghiotto affare: il prezzo del casale in realtà è esattamente pari al triplo di quello "erroneamente" indicato sull'annuncio. Gli animi si scaldano, la tensione sale e la delusione è cocente, ma poi finalmente arriva l'idea: perché non diventare soci e realizzare insieme il progetto dell'agriturismo, dividendo così spese e fatica?
Armati di tanta buona volontà, Claudio, Diego e Fausto iniziano i lavori di ristrutturazione necessari a rimettere in sesto il casale, improvvisandosi idraulici e arredatori, e riescono a superare le prime scaramucce imparando a conoscersi e capirsi. Inoltre, il gruppo originario si amplia, acquisendo un nuovo componente, Sergio, e anche qualche aiutante straniero.
Insomma, tutto considerato, sia pur lentamente e con qualche difficoltà in più rispetto al previsto, l'agriturismo sembra prender forma, finché un giorno non arriva una vecchia Giulia 1300 verde scuro, da cui scende un tizio tarchiato e rugoso, "un po' Merola e un po' Manero", che non ha per niente l'aria di essere un cliente... "... Siete forestieri, nun sapite niente 'e chesta terra. Ci sta molta gente malamente. Io vi offro protezione".
Con una prosa scorrevole e leggera ma anche molto attenta, Bartolomei descrive un contesto sociale difficile e controverso, quale quello di un paese che convive con la camorra. La particolarità, però, è che riesce a coglierne l'aspetto più umano e comico, grazie anche all'uso sapiente di espressioni tipiche del dialetto locale, inserite ad arte nella narrazione per svelare pensieri reconditi e spiegare comportamenti più legati alla tradizione ed ai condizionamenti ambientali che frutto di autentiche convinzioni.
Non ogni persona appartenente al mondo malavitoso è crudele, spietata e senza cuore: spesso chi non ha o crede di non avere scelta, chi non conosce altre vie o crede di non avere la capacità di percorrerle, finisce per legarsi a chi, per un motivo o per l'altro, appare più forte, e perciò tenta di emularlo. Naturalmente, l'obiettivo di questo bel romanzo non è quello di suscitare simpatia nei confronti di delinquenti e camorristi, ma quello di lanciare un messaggio di speranza e di invitare il lettore a guardare ogni cosa con attenzione e non avere pregiudizi né trarre conclusioni banali, semplicistiche ed affrettate: anche una Giulia 1300 può fare miracoli...
"Siamo abituati a ritenere che la mafia esiste perché c'è da sempre ed è imbattibile. Invece è molto peggio di come pensiamo, la mafia si può battere benissimo. La mafia non è capace di conquistarsi uno spazio proprio, sa prosperare solo dove la società lascia dei vuoti. Se le famiglie lasciano dei vuoti, se la scuola lascia dei vuoti, se lo stato lascia dei vuoti, la mafia conquista terreno. Il fatto è che anche la mafia lascia dei vuoti che possono essere riempiti. E in questo gioco di posizione la mafia dovrebbe essere perdente perché i suoi vuoti non li possono riempire solo la famiglia, la scuola e lo stato, basta molto meno, basta uno straccio di alternativa. Un agriturismo destinato al fallimento, per esempio"