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La vita bugiarda degli adulti è una riflessione intensa sulla vita, generazioni a confronto smascherate dalla veridicità dei fatti.

Testata: Books Hunters Blog
Data: 27 gennaio 2020
URL: https://bookshuntersblog.com/2020/01/recensione-la-vita-bugiarda-degli-adulti-di-elena-ferrante.html

Ho letto molte recensioni su questo libro e alcune sono accomunate dal pensiero che le riflessioni sviscerate nel romanzo, non siano riferibili a una ragazza adolescente. Sarebbe un concetto condivisibile, se fosse vero che a scrivere il romanzo fosse stata una ragazza adolescente. Ma così non è. Il racconto è narrato da una voce adulta, che ripercorre le esperienze, i pensieri e le emozioni della propria età adolescenziale, applicando ad essi il filtro della saggezza e dell’esperienza.

Credo sia capitato a ognuno di rendersi conto di quanto i nostri pensieri siano cambiati nel corso del tempo. A uno stesso fatto, abbiamo probabilmente attribuito significati e sensazioni che sono cambiati e si sono evoluti nel tempo. L’esperienza ci tempra e ci forma, costruisce la nostra coscienza e fa maturare in noi un senso critico sempre più acuto. Non “critico” nell’accezione negativa del termine, ma “capace di valutare”. Questo è quello che è successo anche a Giovanna, la protagonista del romanzo, che giunta nella sua età adulta – che non viene mai dichiarata nel testo, ma si intuisce proprio dalla qualità delle nozioni espresse – rivaluta la sua giovinezza.

Giovanna, al tempo narrato nella storia, deve affrontare tanti cambiamenti inaspettati, mentre cerca di capire chi è lei, chi sono gli adulti che la circondano. Si domanda lei stessa che adulta sarà. Se saprà trovare una sua identità, o se sarà inevitabile assomigliare a qualcuno della sua famiglia. Giovanna cerca di capire com’è la vita degli adulti. Elena Ferrante usa un termine inequivocabile per dirlo, e lo scrive nel titolo: bugiarda.

Non vi svelerò come Giovanna arriva a maturare questa convinzione, non vi racconterò cosa accadrà nella sua vita. Vi dico però che, passeggiando in un pomeriggio di sole con la mia inseparabile socia Jessica, a proposito di questo romanzo ho detto: «Leggere questo libro è come correre su un tapis roulant. Corro corro e non arrivo mai da nessuna parte». È stato così fino alla fine, fino a quando ho chiuso il volume cartaceo che tanto mi sono rigirata tra le mani. Ma ho capito, riflettendoci, che la meta non esiste, perché scavare dentro se stessi è un viaggio senza fine. Ci sono racconti che iniziano e finiscono e ci sono storie che invece ci girano dentro all’infinito, come capirsi e capire, che è un lavoro continuo di mente e cuore.

Riflessioni profonde, complesse, possibili perché chiare nella mente di chi le ha concepite e altrettanto onestamente espresse nelle bellissime parole scritte su queste pagine.