Sulla strada di Dodi e Diana
Autore: Pier Mauro Fasanotti
Testata: Mobydick
Data: 15 marzo 2011
Lo stato di panico assume varie velocità. Il soggetto che ne è invaso non sa bene misurare il proprio tempo. È quel che capita a Louise, detta Lou Lou, quando si sente come «un topo in trappola». All'origine di tanta paura una sbadataggine, anche se moralmente odiosa. Che tuttavia in altre circostanze potrebbe provocare sensi di colpa, ma non il ribaltamento della propria esistenza. Laurence Cossé, narratrice di grande successo in Francia (nota in Italia per La libreria del buon romanzo, e/o editore) in questo lungo racconto ci spinge in un vortice partendo da una situazione storica particolarissima. Il 31 agosto 1997 Diana Spencer, principessa del Galles e moglie separata dell'erede al trono Carlo, muore assieme al suo compagno Dodi al-Fayed all'interno di una Mercedes lanciata a velocità pazzesca (oltre i 150 km l'ora) nel tunnel de l'Alma, a Parigi. L'auto, guidata da un autista ubriaco, si è sbriciolata contro il tredicesimo pilastro della galleria. I due «fidanzati», usciti dall'hotel Ritz, volevano seminare i fastidiosissimi paparazzi. Che c'entra la giovane Lou Lou? Era lei che si trovava al volante della Fiat Uno bianca, che procedeva a velocità assai moderata e per un caso divenne l'«autoostacolo »: la Mercedes ne urtò la fiancata, l'autista perse definitivamente il controllo. Unico sopravvissuto, ma in condizioni gravi, la guardia del corpo che si trovava a fianco del guidatore. Lou Lou, dopo il tamponamento e l'urto laterale, non si ferma. Sotto choc si rifugia in casa. La sua Uno è in garage, con il fanalino posteriore rotto e una ben visibile graffiata sulla portiera. A questo punto inizia il tormento, destinato a crescere a dismisura, anche perché a poco a poco i giornali rivelano l'esistenza di una Fiat Uno bianca all'interno del tunnel della morte. Lou Lou non si confida con il convivente, decide di simulare, pren- de una pausa nel ristorante dove lavora. Il rapporto sentimentale viene messo a dura prova e le circostanze ne rivelano aspetti che prima forse covavano sotto. La donna segue in modo ossessivo, e di nascosto, le cronache giornalistiche e l'andamento dell'inchiesta che comincia a porre in rilievo dubbi sulle cause dello schianto mortale della Mercedes di Lady D. Lou Lou è ben consapevole che prima o poi la polizia arriverà a identificare il proprietario della Uno bianca, la sua. La sua mente corre, come un uccello che sbatte contro le pareti di una stanza, da un'ipotesi all'altra, in un crescendo di emozioni contrastanti. Anche perché l'inchiesta ufficiale e ciò che scrivono i giornali non cessano di attirare l'attenzione mondiale sulla morte della principessa. Quel che è accaduto occupa per molto tempo le prime pagine dei quotidiani e le vetrine televisive mondiali. E i cronisti, da molti accusati d'essere vampiri o sciacalli, continuano a fare il loro mestiere. L'opinione pubblica si è intanto schierata, assieme ai familiari delle vittime, contro i paparazzi, additati come i veri responsabili morali della fine di Lady D. La prima cosa che Lou Lou deve fare è riparare la Fiat. Va da un meccanico di origine slave, che sarà poi chiamato «l'indiano» a causa del suo aspetto enigmatico e duro, e il problema viene risolto. O quasi. Laurence Cossé, con un linguaggio stringato, preciso e soprattutto svelto, descrive lo sbandamento di una donna aggredita dalla paura «che le si appiglia alle spalle come un gatto selvatico ». Tutto questo perché Lou Lou non si è fermata nel tunnel dell'Alma, quindi c'è il reato di omissione di soccorso. Ma è nella seconda parte del romanzo il colpo di scena che dà una svolta drammatica alla vita di Lou Lou. Si presenta improvvisamente il meccanico, l'«indiano», e la costringe a seguirla. Il suo obiettivo è quello di far soldi vendendo l'informazione a un giornale a proposito dell'«auto-ostacolo» e del suo proprietario. La donna, sotto minaccia irreversibile, diventa prigioniera, sballottata di qui e di là, prima chiusa nel bagagliaio di un'auto, poi fatta riposare, legata mani e piedi, in un sordido albergo. Lou Lou ha una reazione improvvisa, violenta e astutissima. Che non riveliamo, ovviamente. Da topo in gabbia diventa fuggiasca. L'autrice del romanzo d'avventura interiore - i fatti ci sono e sono tanti e drammatici, ma tutti riflessi in un'anima bloccata dalle catene del panico - descrive dall'inizio alla fine quel che appare il nucleo centrale del dramma: «L'intero pianeta
- pensa Lou Lou - mi guarda storto».