Grande ritorno in libreria per Elena Ferrante con La vita bugiarda degli adulti (edizioni e/o), un nuovo romanzo che si muove sul filo sottile e delicatissimo dell’infanzia e della giovinezza, che erano stati poi i temi centrali dell’intera saga de L’amica geniale.
La scrittrice, ormai famosa in tutto il mondo, non rinuncia quindi a mostrarci le due facce della crescita: quella più aperta e spregiudicata di chi inizia a conoscere il mondo insieme agli amici e ai familiari, e quella meno evidente ma non meno potente delle pulsioni, dei sentimenti, delle paure e dei desideri.
Ne La vita bugiarda degli adulti veniamo accompagnati pagina dopo pagina da Giovanna, una ragazza che da bambina sta diventando adolescente, cambiando nel fisico e nella mente in un processo che coinvolgerà per forza di cosa anche il cuore. Nella storia di Giovanna c’è la ricerca di una nuova identità che spinge la protagonista verso l’infanzia e la giovinezza, lasciandosi alle spalle la piccola bambina.
Elena Ferrante è maestra nel raccontare i turbamenti della maturazione, che riguardano l’aspetto fisico ma anche e soprattutto la vita sociale e familiare. I protagonisti di questo romanzo cercano uno specchio in cui guardarsi e riconoscersi, perché ad un certo punto le maschere cadono, i ruoli non sono più gli stessi ed alcuni segreti vengono a galla, rischiando di cancellare la felicità di un tempo.
Alcuni segni distintivi della narrativa della Ferrante ritornano con forza anche in questo romanzo. Il percorso di crescita di Giovanna è un incontro/scontro con la vita che la porterà ad oscillare tra alti e bassi, cercando delle risposte non sempre a portata di mano. Un percorso di formazione e di ricollocamento interiore ed esteriore che tocca anche la famiglia e le sue dinamiche, letteralmente sconvolte dalla spasmodica ricerca della vera “storia”, delle motivazioni dei silenzi e degli odi.
La vita bugiarda degli adulti è anche una ricerca e una scoperta di una Napoli che ci viene presentata su due livelli: una bella ed attraente, sempre pronta a mostrare un finto lato borghese; l’altra triviale, modesta, smodata.
Una storia potente insomma, nel classico stile Ferrante, che mette protagonisti e lettori di fronte alla fatidica domanda “crescere per diventare cosa? Per assomigliare a chi?”. Se cercate una risposta in questo libro forse non la troverete. Vi rimarrà un senso di sospensione e di dubbio, che ha accompagnato e accompagna ancora la crescita di ogni persona.