Due anni prima di andarsene di casa mio padre disse a mia madre che ero molto brutta.
È con queste parole che si apre La Vita Bugiarda degli Adulti, il nuovo atteso romanzo di Elena Ferrante, edito da Edizioni E/O che aveva già pubblicato i precedenti romanzi della scrittrice, inclusi i quattro volumi della saga che compone L'Amica Geniale, titolo con cui la Ferrante si era imposta al grande pubblico e non solo a quello dei lettori forti.
Proprio per via del successo riscontrato dalla saga dedicata all'amicizia tra Elena e Lila, c'era moltissima curiosità intorno al nuovo romanzo della Ferrante che torna nella sua Napoli dai molti volti e dalle diversissime sfumature, con una storia del tutto nuovo, sebbene la presenza di alcuni elementi che lo fanno apparire molto vicino a L'Amica Geniale.
La Vita Bugiarda degli Adulti racconta la storia di Giovanna: all'inizio del libro non ha ancora compiuto tredici anni,vive in una bella zona del capoluogo partenopeo ed ha un rapporto ottimo coi genitori, due persone colte, che amano leggere e seguono cultura e attualità. Giovanna vive dunque in un ambiente protetto, vestita molto spesso in rossa e con i complimenti che riceve dal padre, che la descrive bella e con i capelli più morbidi dell'universo. Finché Giovanna, spiando una conversazione dei genitori, sente suo padre dire che sta diventando brutta e che sta mettendo su una faccia cattiva come quella della zia Vittoria. Un'affermazione che ferisce la nostra protagonista e che, al tempo stesso, le accende la curiosità. Chi è questa zia Vittoria che non conosce e che viene descritta come una persona crudele? Perché c'è tutta quella distanza tra lei e la famiglia di suo padre? Mentre i suoi voti scolastici cadono a picco e Giovanna scopre un lato più oscuro e crudele del carattere, la ragazza decide di incontrare Vittoria, questa zia volgare e cattiva, che vive nella parte più bassa di Napoli, nei rioni dove le regole esistono per essere infrante. Da questo punto in poi Giovanna dovrà cercare il suo posto nel mondo, mentre il suo corpo cambia e comincia a catturare l'attenzione dei ragazzi.
Elena Ferrante torna in libreria - il libro è disponibile dallo scorso 7 Novembre - con un romanzo che mette al centro della propria narrazione una città spaccata. La topografia di questa Napoli quasi dimenticata sembrano somigliare alle mappe che aprono i romanzi fantasy: mappe che servono non tanto come indicazione della strada da seguire, ma come indice delle linee nette che separano le zone della città, come se ci fossero così tante realtà che non possono entrare in contatto l'una con l'altra.
In questo senso Giovanna rappresenta una pedina impazzita, un antieroe che scavalca le barriere date da cultura e ricchezza e che si addentra in gironi di cui non conosce le regole, ma che è assetata di conoscere. Ed ecco allora che man mano che il viaggio dantesco di Giovanna procede, anche lei cambia. Cambiano le forme del suo corpo, cambia la sua visione di se stessa: cambiano i colori che la avvolgono, il trucco dietro cui si nasconde, le amicizie su cui fa affidamento. L'entrata in scena di Vittoria ha, per Giovanna, gli stessi effetti di un terremoto che fa crollare tutto, certezze comprese.
E sotto questo nuovo stimolo, Giovanna si guarda intorno e scopre le bugie degli adulti, la loro incapacità non solo ad essere sinceri, ma anche a rendere onore alle idee e alla stima che figli e amici hanno nei loro confronti. Giovanna si ribella non tanto per l'adolescenza che la travolge, ma perché ha difficoltà ad accettare il cambiamento maggiore che le occorre: quello di essere la figlia di due persone distrutte, mendaci e incapaci di accettare sul serio le conseguenze delle proprie decisioni.
Ma La Vita Bugiarda degli Adulti è anche un romanzo che parla di amore: di vari tipi di amore. Da quello ossessivo in grado di distruggere delle vite a quello che invece perdona persino ciò che è imperdonabile. Ed Elena Ferrante si mostra senz'altro abile e coraggiosa nel descrivere un mondo completamente femminile dove l'amore non è una specie di entità magica che cancella i giorni di pioggia. L'amore che Elena Ferrante mette in mostra in questo libro è l'amore dei falliti, di chi non ce l'ha fatta. L'amore degli illusi, che cercano di costruire un lieto fine anche quando sanno perfettamente che non c'è lealtà e non c'è fedeltà e anche la persona che appare migliore di tutti porta in sé la spinta al tradimento e alla delusione. Si tratta spesso di un amore fatto di corpi sudati e maleodoranti, un amore fatto di recriminazioni e bugie dette per farlo sembrare ciò che non è. Nel libro di Elena Ferrante, allora, non c'è spazio per il lieto fine, non c'è spazio per l'insegnamento secondo cui è l'amore ciò che ci innalza verso il cielo.
La Vita Bugiarda degli Adulti sembra invece suggerire che l'unico vero lieto fine che dobbiamo seguire è quello che dobbiamo a noi stessi. È quel lieto fine attraverso cui cerchiamo di sfuggire da ciò che ci spinge verso la disperazione. Elena Ferrante scrive quindi un romanzo in cui, tra le righe, invita a leggere, ad essere informati, a viaggiare e, soprattutto, a non aver paura di affrontare la verità, per quanto possa essere oscena e miserabile. Un romanzo che, infine, si fa forte dello stile della Ferrante, che scivola via come il proverbiale bicchiere d'acqua e che non delude minimamente le aspettative di chi era in preda all'ansia in attesa che giungesse il nuovo romanzo di Elena Ferrante.