Chi non ha amato la saga de L’amica geniale? Chi non vede l’ora di riabbracciare Elena e Lenù? Ecco in questo nuovo romanzo non c’è nulla di quello che Elena Ferrante ha voluto regalarci nella tetralogia.
La protagonista è Giovanna o Giannina, un’adolescente che si ritrova per la prima volta davanti alle bugie, alle omissioni, alle mezze verità che i suoi genitori le hanno raccontato per una vita intera.
Una Napoli diversa quella che ci presenta qui l’autrice, una ragazza diversa. È la storia di una famiglia rovinata dall’invidia, dai segreti, dai soldi. Vite che arrivano allo stomaco e stanno lì per tutta la lettura.
Ogni parola è ben calibrata, ponderata. Anche quelle di Zia Vittoria che, nonostante la volgarità, la rabbia e l’invidia che cova dentro, è l’unico personaggio a non negare a Giannina la verità. Cresciuta in una bolla di menzogne e silenzi Gianna va a cercarla quella verità. La trova e non la sazia diventanto quello che l’ha sempre spaventata.
Sarà proprio zia Vittoria a dare il via al crollo dell’apparenza di cui sarà, suo malgrado artefice e vittima.
Giannina scoprirà ben presto che gli adulti sono bugiardi, falsi soprattutto con se stessi. Si impongono maschere di ferro per non mostrare l’ipocrisia che li caratterizza.
Ecco che lo stile della Ferrante torna prepotente, scende in un vortice di famiglie distrutte, di avidità, di bugie, tradimenti e Vita. Arriva tutto addosso al lettore ed ecco che io mi sono sentita addosso quelle emozioni, avevo bisogno di chiudere il libro ma non riuscivo. Ero intrappolata in quei rioni pronta a cadere giù.