Chi ha detto che la mitologia è lettera morta, buona solo per topi di biblioteca o antropologi? La mitologia è viva ancora oggi. Kate Tempest con Antichi nuovi di zecca - Brand New Ancients dimostra che il poema epico è un genere in perfetta salute, se solo sappiamo guardare sotto la superficie.
Del resto, chi direbbe che esistono ancora oggi gli aedi, i cantori epici, alla maniera del Demodoco di Omero? Bisogna solo intendersi su come oggi possa presentarsi un aedo: potrebbe anche essere di una giovane donna come K. Tempest, rapper che va su MTV, ma è anche stata inserita nel 2014 dalla Poetry Society fra i poeti della nuova generazione.
E se il mito è sempre vero, perché quei fatti non accaddero mai, ma sono sempre, è evidente che ogni uomo ha in sé universi di avventure da narrare, il cui ricordo vorrebbe che non si spegnesse mai: siamo «milioni di personaggi, ognuno con la sua narrazione epica». Come scrive K. Tempest: «Magari non ci sono più mostri da uccidere / né denti di drago da seminare / ma quello che c'è è / la pioggia che scorre giù per gli scoli / quello che c'è sono i matti che parlano da soli».
In fondo, l'essenza del mito non è morta, ne sono solo cambiate le sfumature esteriori; ma c'è una forma di eroismo che consente di compiere imprese mitiche anche nella quotidianità. (...) Con un'anafora martellante che ribadisce la necessità di non svalutare il quotidiano, ecco dunque chi sono gli dèi di oggi: «Gli dèi sono nelle agenzie di scommesse / gli dèi sono al bar / gli dèi fumano sul retro / gli dèi sono nei palazzi di uffici / gli dèi sono sul posto di lavoro / gli dèi sono stufi di dare di più e ricevere di meno». In fondo gli dèi del mondo classico non soltanto camminavano in mezzo a noi, ma erano anche pieni di passioni e difetti. Noi oggi veneriamo quel che fa balenare una perfezione lontana. Ma, ci ricorda Kate Tempest, noi possiamo e dobbiamo pensare di eccellere «in azioni silenziose / in piccoli atti di eroismo. In epiche quotidiane».