Escludete da subito che nel parlarvi di questo libro io possa essere una persona ragionevole, assennata e di mezza età. No, mannaggia e mannaggia, maledette le saghe in più volumi e maledetta la volta che ho deciso di iniziare questa. Non dovevo leggerla! Oppure avrei dovuto aspettare che uscissero tutti i volumi per gustarmela d'un fiato, senza penare tra la pubblicazione di un libro e l'altro. E' l'ultima volta che mi faccio fregare. Non mi piacciono le attese: oggi ho 15 anni e voglio qui ed ora, subito, pure il quarto volume.
Passatemi lo sfogo, ma sono una persona emotiva e le vicende di Ofelia e Thorn mi hanno coinvolta più di quanto sarebbe opportuno. Forse non ho capito benissimo tanti punti del romanzo, come chi sia Dio e chi sia l'Altro e cosa cerchino i due novelli sposi, ma in fondo è importante? Avrò tempo per rileggere i volumi e prendere appunti in seguito, ma ad una prima lettura sono rimasta frastornata per il viaggio fantastico che ho compiuto. Io che non ho nemmeno il coraggio di guidare in autostrada, sono andata su Babel insieme ad Ofelia! Stare con lei è molto naturale perché è speciale ed ordinaria allo stesso tempo. All'inizio dell'avventura è anche sovrappeso per aver trascorso gli ultimi due anni in camicia da notte a pensare a Thorn, tra una brioches e l'altra. Lei è così. L'arrivo di quel pazzo di Archie rimette in moto la sua vita e non avrà neppure un attimo di esitazione: sceglierà di andare, da sola questa volta, alla ricerca del marito scomparso subito dopo il matrimonio.
Le vicende si susseguono nel solito modo: Ofelia viene sottovalutata, bistrattata e sfruttata fino a quanto impercettibilmente riesce a rovesciare gli equilibri e diventa la regina della storia, ma non lo fa mai in modo scontato o banale. Non riesco mai del tutto ad anticiparne le mosse.
Se non avete letto gli altri libri non capirete nulla di quel che sto scrivendo, anzi pussate via, andate a leggere la recensione (qui) del primo volume, che dal terzo certo non potete iniziare. Mi rivolgo solo agli amanti della serie e in definitiva non svelo nulla perché lo spoiler è severamente vietato.
Aggiungo solo che Thorn è proprio una brutta persona, ma non ha eguali. Dove lo trovate un personaggio come lui? Non è bello, non è affabile, non è tenero e sembra afflitto da diverse nevrosi (sento l' odore di disinfettante fino a qui!), oltre che anaffettivo. E Ofelia? Che avrà mai di particolare? Non saprei dirlo, eppure molti (io per prima) ne restano affascinati. Questa è la coppia di protagonisti più strana ed improbabile di cui abbia mai letto. La cifra della Dabos è l'originalità. In un universo di stereotipi, lei è la stravaganza. Più la sua Ofelia sembra un grigio topolino, più la sua specificità la trasforma in un diamante grezzo, che però brilla.
L'autrice si diverte e noi con lei e la magia più grande la fa quando ci consegna la chiave di un segreto che ci libera. Ognuno di noi, come la sua protagonista, può essere il personaggio principale di una grande avventura. Forse basta solo togliere i guanti e toccare la realtà.
Io mi sento però girare la testa: se il prossimo volume sarà l'ultimo come farà l'autrice in 500 pagine a sciogliere tutti i nodi? Mi affido totalmente alla sua inventiva, nel frattempo attendo con molta, molta impazienza.
"Che la sciarpa sia con voi!".