Carlo Maria Balestri è un docente di antropologia. È vedovo e ha un figlio, conduce una vita normale e tranquilla fatta di routine quotidiane. Tutto viene sconvolto quando all’improvviso lo arrestano con un’accusa terribile: ha tenuto segregata per quattordici anni una ragazza in un container e, si sospetta, che la vittima non sia stata l’unica. All’improvviso il mondo attorno a Luca crolla, non riesce a scrollarsi di dosso l’etichetta di figlio di un maniaco. Ma non è solo il suo mondo a sgretolarsi. Anche Laura, la ragazza sopravvissuta al rapimento, non riesce a tornare ad una vita interamente normale e neppure la madre che ritrova una figlia ormai adulta e sconosciuta. Cosa è diventata Laura dopo gli anni passati da sola? Balestri le dava nutrimento per il corpo ma anche per la mente fornendole libri, computer, stimoli per l’apprendimento delle lingue, della letteratura, dell’informatica. Laura era una sorta di esperimento vivente sull’evoluzione. Ma uscita dalla sua gabbia, benché in grado di affrontare la vita fuori grazie al suo notevole livello di apprendimento e adattamento, tuttavia si ritrova spesso a sentire la necessità di crearsi una sorta di gabbia virtuale, in cui rinchiudersi volontariamente. Anche Luca deve adattarsi alla sua nuova realtà e inizia a pedinare Laura, per proteggerla e conoscerla. E lo stesso fa la madre di Laura, che la segue per un motivo analogo. Le vite dei personaggi si intrecciano e si modificano grazie al crudele esperimento iniziato da Balestri. E tutto questo cosa ha a che fare con la sparizione di un bambino in una piccola cittadina degli USA? Per saperlo dobbiamo arrivare all’ultima pagina in cui ’inizio e la fine si riuniscono nel cerchio narrativo che l’autore ha creato per il suo lettore.
Ossigeno: il titolo, più che appropriato, è la parola chiave per accedere al testo. L’ossigeno è necessario ai protagonisti per sopravvivere alle loro gabbie, fisiche o mentali che siano. È l’aria fresca che c’è fuori, anche se non sempre fuori e dentro sono categorie definite una volta per tutte. A volte la gabbia può essere il mondo esterno, con tutte le sue complicazioni e strutture, e una stanza chiusa può invece rappresentare la libertà da ogni influenza. E così carcerieri e prigionieri finiscono con l’assomigliarsi in un gioco degli specchi che li unisce e li divide. Chi è Laura, o meglio, cosa è diventata all’interno della gabbia di Balestri? Chi è Luca è come si è trasformato dopo la scoperta del crimine del padre? Non siamo forse tutti prigionieri di una identità in parte costruita da noi e in parte riflesso di come gli altri ci vedono? È possibile essere davvero liberi dai condizionamenti sociali, genetici, affettivi, psicologici? Tutte queste domande restano sospese nel libro offrendo spunti di riflessione che conducono nel mare infido della ricerca di se stessi. Come in una tragedia greca i protagonisti devono fare i conti con il destino e con dei, dall’aspetto fin troppo umano, che interferiscono nelle loro vite. E per salvarsi hanno bisogno di ossigeno…