Una sola domanda mi tormenta, l’ultima: avranno il coraggio di torturarmi prima di farmi fuori?… Violentatori di memoria.
Sono al terzo romanzo di Michel Bussi, uno che fa dell’inverosimiglianza la cifra stilistica dei suoi libri. Ma così tanto piacciono ai suoi lettori che ne comprano centinaia di migliaia di copie ogni anno. Dopo Mai dimenticare (Normandia) e Non lasciare la mia mano (Île de la Réunion), questo è ambientato in una (finta) isola del piccolo arcipelago (vero) di Isole della Manica. Sebbene pubblicato in Italia da edizioni e/o solo nel 2019, La follia Mazzarino risale a dieci anni prima ed è – scrive l’autore in prefazione – la prima narrazione che ha inventato.
L’incredibile vicenda ha luogo a Mornesey, come detto isola anglo-normanna inventata, frequentata in estate da frotte di turisti e un tempo nota per l’abbazia di Saint-Antoine, poi diroccata e oggetto di ricerche archeologiche. In vacanza estiva per un corso di vela arriva il quasi sedicenne Colin Remy, orfano dall’età di sei anni di entrambi i genitori, archeologi che proprio sull’isola avevano abitato lavorando a un cantiere di scavi e restauro dell’abbazia. Per Colin, che è stato cresciuto vicino a Parigi da due zii che avevano anch’essi partecipato a quel progetto di scavi, è l’occasione per far riemergere ricordi d’infanzia e particolari della vita dei genitori che per troppo tempo gli sono stati nascosti. La spensieratezza della vacanza è però interrotta quando nei pressi del porto gli sembra di aver visto il padre o qualcuno che gli somiglia molto. In realtà il genitore si era suicidato in mare, così gli era stato raccontato, dopo il tracollo economico che aveva investito la sua impresa di scavi. All’epoca si vociferava anche di un misterioso tesoro, denominato “follia di Mazzarino”, sepolto nelle viscere dell’isola dai tempi in cui il famoso cardinale francese di origine italian aveva fondato l’abbazia.
Poco a poco in Colin si insinua il sospetto che i fatti non siano andati proprio come gli avevano fatto credere e inizia a indagare nell’isola per conto suo, sottraendosi ai controlli degli istruttori del villaggio e ai moniti di non aggirarsi per l’isola da soli, visto che dal penitenziario dell’isola sono appena evasi due criminali. Sulle tracce di questi si mette invece un giovane arrivato a Mornesey per svolgere un’attività di addetto stagionale per la sicurezza stradale. È un curiosone questo Simon Casanova, nonché dongiovanni di nome e di fatto, ma si deve anche a lui se Colin Remy riesce infine a ricostruire la vera storia dei suoi genitori. Nella sua avventura il ragazzino coinvolge due ignari coetanei, la spregiudicata Madiha e l’intelligentone Armand, compagni di vacanza al villaggio.
Feci subito finta di dormire, un gioco in cui ero bravissimo fin dall’età di sei anni… Ma sveglissimo e all’erta. La mia specialità.
La galleria dei personaggi alla ricerca di qualcosa sopra o sotto l’isola è veramente pittoresca: il giornalista proprietario dell’unico giornale locale (quotidiano solo in estate), la bella impiegata dell’amministrazione che presidia il municipio durante le vacanze del sindaco, l’inevitabile piedipiatti, il notaio che vive blindato perché conosce tutti i segreti dell’isola e così via. Senza trascurare i malviventi che da Colin vorrebbero conoscere l’esatta ubicazione del tesoro, posto che il padre prima di sparire gli aveva affidato il segreto. Ma lui aveva solo sei anni e non può ricordare. Una girandola di colpi di scena porta al lieto finale con l’imprevedibile scoperta di cosa è veramente la “follia Mazzarino”.
Era necessario che venissi sull’isola a camminare sui detriti della mia giovinezza.
Romanzo avventuroso e particolarmente indicato per lettori giovani.