Tesi: per grandi eventi storici occorrono libri ponderosi. Falso, risponderemo: lo dimostra, tra gli altri, '14 di Echenoz (Adelphi), il miglior libro sulla Grande Guerra tra quelli scritti da chi non vi ha partecipato, e lo dimostra oggi La guerra dei poveri di Eric Vuillard, dedicato a Thomas Müntzer (qui sopra nella banconota da 5 marchi della Ddr) e alla Controriforma. Certo, chi desidera una narrazione di ampio respiro può sempre rivolgersi a Q di Luther Blissett (oggi Wu Ming, Einaudi Stile libero), che proprio quest'anno ha festeggiato vent'anni da bestseller (e poi longseller) con una nuova veste; ma chi preferisce un approccio più spiccio, troverà in questo libriccino targato e/o (traduzione di Alberto Bracci Testasecca, pp. 83, € 9) diverse soddisfazioni. Narrazione agile, compatta e concentrata, a cui uno stile acuminato e l'uso del presente conferiscono un elevato potenziale evocativo. Sorge tuttavia, leggendo, un'altra tesi: i libri ponderosi sono comunque necessari per cogliere la reale complessità dei grandi eventi storici. Qui il falso vira sul vero: l'allegoria dei gilet jaunes che si legge sottotraccia non rende giustizia alla reale portata dei fatti, e la chiave di lettura finisce per ripiegarsi in un involontario conservatorismo, sebbene ciò non tolga forza - almeno, non estetica - a questo piccolo fulmine capace di gettare la sua personale e fosca luce sui fatti del 1525.