Come si va avanti dopo quattordici anni di prigionia? Come si continua a vivere dopo che si è stati rinchiusi in gabbia, come polli in batteria? Come si affronta l’avvenire quando d’improvviso mentre stai mangiando assieme a tuo padre irrompono le forze dell’ordine e ti comunicano che lo stimato professore che ti ha messo al mondo è in realtà un atroce e perverso maniaco? Che quel che resta è solo menzogna, sgomento e paura? Naspini con bellissima prosa affronta il tema della perdita, declinandolo nelle sue mille complesse accezioni, con forza e scabra potenza: da non perdere.