Cosa pensa un orso al risveglio in primavera? A mangiare certo, e poi? A mangiare per diventare grandi papà, davvero? Questa è la storia de “Il miracolo degli orsi”, libro straordinario dello straordinario Wolf Erlbruch edito da Edizioni e/o. Ma non sono le mamme di solito quelle che….no, qui è proprio Orso, un orso maschio, il problema è che non sa proprio da dove cominciare. Forse chiedere consiglio a chi è più navigato di lui è una buona idea…o no? Così può capitare di appostarsi in un campo di rape per vedere sbucare le orecchie tra due tuberi come gli ha suggerito il coniglio, o di tentare di deporre le uova con esiti piuttosto infruttuosi, o di prendersi una bella lezioncina da una cicogna francamente stufa dei luoghi comuni che stizzita con una rana in bocca gli dice: “senti io mangio rane e d’inverno migro in Africa. Non faccio altro!” Il desiderio di Orso si fa persino nuvola sognando un’orsa che gli porti un cucciolo…fortunatamente a quel punto una voce vicina gli legge nella mente, la nuvola si materializza e gli dice: “se mi aiuti la prossima primavera avremo dei bellissimi cuccioli” e Orso si fa finalmente guidare dall’orsa tra l’erba alta, molto alta lasciando a voi il tempo di spiegare per filo e per segno, per davvero, come si fa ad avere i cuccioli, e i bambini naturalmente. Ora, a parte notare che ai maschi bisogna proprio spiegare tutto prendendoli per mano, questa è una storia di una poesia intensa che ci racconta semplicemente il desiderio di paternità. Che sia tratti di un orso poco importa…o forse no? Ripensandoci nessuno degli animali che Orso incontra, pur nell’assurdità di alcune risposte, si stupisce del suo desiderio. Mentre credo che ancora oggi incontrare un ragazzo che si intristisca e smani per fare figli sarebbe quantomeno considerato bizzarro. Wolf Erlbruch ha come sempre la capacità di donare leggerezza e poesia a ciò che sembrerebbe…pesante, fisicamente pesante. In questo caso si tratta del desiderio di generare ad appesantire fisicamente orso per farlo diventare un papà grande e forte e al tempo stesso ad elevarlo verso le nuvole. Nello straordinario La signora Meier e il merlo la protagonista con la perenne nuvoletta nera sulla testa riesce persino a volare per davvero come una donna cannone pur di insegnare a volare al suo merlo. Ne L’anatra la morte e il tulipano e Un paradiso per il piccolo orso l’autore riesce persino a raccontare la morte e il distacco in maniera soave; nei suoi libri tutte le grande domande dei bambini trovano forma narrativa capace di formulare adeguate risposte, talvolta grazie a metafore, tal’altra grazie ad un approccio più diretto ma sempre con una leggerezza sottile. Il segreto? Il miracolo della scrittura, della letteratura che si ripete; così come il miracolo degli orsi altro non è che quello della vita che riprende a primavera.