Lo scuro mare scozzese, un villaggio senza tempo di pescatori, un amore che si rafforza insieme al carattere del giovane protagonista, Donald. E poi le leggende che si raccontano davanti al fuoco, le magiche e purissime selkie, foche che, togliendosi la pelle, si trasformano in splendide ragazze. Pelle di foca di Su Bristow contiene tutti gll elementi della favola nordica, e lo è. Donald, fin da ragazzino vittima di bullismo, rapisce la selkie Mairhi e le ruba la pelle, togliendole ogni possibilità di ritornare in acqua, tta la sua gente. Ne fa la sua sposa e con lei comincia una nuova vita, imparando ad amarla, a rispettarla dopo la violenza iniziale, a diventare un uomo migliore.
Non è, però, solo questo. Il romanzo dell'autrice - basato su un amatissimo mito scozzese - va oltre la semplice narrazione fantastica, supera i potenti messaggi della favolistica: l'accettazione del diverso, la forza dei legami familiari, della comunità, della redenzione. Pelle di foca è soprattutto una storia - feroce - sulla crudeltà dell'uomo nei confronti della donna, costretta a rinunciare alla sua natura per seguire le regole (e le voglie) dei maschi.
Eccola Mairhi, nuda sulla spiaggia, privata della sua pelle, violentata, terrorizzata. Prigioniera. Eppure si adatta, in fondo ha un buon marito a fianco, lentamente si inserisce nella comunità. Ma non ha scelta, non l'ha mai avuta. Fino a quando quella pelle, nascosta da anni, ricompare per caso. E allora la selkie - non una sirenetta che rinuncia a tutto per il suo principe - riscopre la libertà, finalmente può decidere. E lo fa. Con inevitabili conseguenze.