L'unica differenza è il legno della bara: quercia, pino o mogano. Violette Toussaint, guardiana del cimitero di una cittadina della Borgogna, non si prende cura soltanto delle tombe. Chi va a trovare i suoi cari, spesso va a trovare anche lei, magari portandole in dono una bottiglia di Porto. Gli uomini che frequenta, dopo che il marito è partito senza tornare più, sono i becchini o il parroco, amici più che colleghi di lavoro. "E la sera, quando il cancello del cimitero è chiuso e la chiave appesa alla porta del bagno, sono in paradiso". Fino a quando una mattina un uomo bussa alla sua porta. Non l'ha mai visto prima, viene da Marsiglia e vuole fare seppellire sua madre lì. Sarà l'inizio di un intrigo lungo quasi 500 pagine, pieno di amori, tradimenti, passioni. Gli elogi funebri interrompono, qua e là, il racconto in prima persona di Violette, che, parlando dei morti, parla anche di sé.