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Vite che si intrecciano, al di qua

Autore: Francesca Frediani
Testata: D - La Repubblica
Data: 13 luglio 2019

Violette Trenet è la custode del cimitero in una cittadina della Normandia. Non ha paura dei morti, perché ha conosciuto la morte in vita. Non ha paura dei fantasmi, perché sa bene che i fantasmi veri sono quelli che vanno in visita ai loro cari ogni giorno, incapaci di accettarne la perdita. Percorre i vialetti, cura i fiori e le piante, accoglie i cani rimasti senza padrone, raccoglie le confidenze dei parenti, organizza tremendi scherzi ai ragazzi che di notte vanno nel camposanto a ubriacarsi, a fare sesso e guardare film horror. Piano piano escono, dalle pagine di questo romanzo lieve e intenso, come fossero anime che tornano alla vita, le figure di coloro che riposano nelle tombe, le loro storie si intrecciano a quelle di chi li visita e a quella della protagonista, svelata a ritroso in una fitta rete di suggestioni che vanno dall'Eleganza del riccio - Violette è in fondo la portinaia di un condominio di morti - alla Sposa cadavere all'Antologia di Spoon River. Valérie Perrin, fotografa di scena e moglie del regista Claude Lelouch, alla seconda prova letteraria dopo Il quaderno dell'amore perduto (Nord) procede come danzando su un terreno pericoloso, e finisce per comporre la preghiera laica più consolatoria per chi se ne va e per chi rimane: «Non piangete la mia morte, celebrate la mia vita».