“Basta così, ora basta.
Ti servirò un’assenza gentile, e anche quando saremo nella stessa stanza di me non saprai niente. Non avrai neanche il minimo inciampo di un gesto informale. Per legittima difesa diventerò un segreto. E se sarà un segreto che non ti interessa, tanto meglio. Per chi vuole stare nascosto non c’è protezione migliore dell’indifferenza.”
“Da questo momento ogni pensiero di te dovrà diventare trasparente pure lui. Ce la posso fare: HO IMPARATO IL BUIO, posso imparare anche quello che non esiste più”.
Perché ho iniziato con una citazione? Amo condividere quelle che mi colpiscono. Ma in questo caso c’è un particolare in più: lo stile di questa scrittrice mi ha ricordato immediatamente quello di Erri De Luca, napoletano, guarda caso, come l’autrice Patrizia Rinaldi; De Luca, poeta unico ed inconfondibile.
Questo dettaglio, per me lettrice, ha fatto sì che la storia partisse già con una marcia in più.
Le altre marce? La protagonista Blanca, poliziotta non vedente ma dotata, oltre che di bellezza, di intelligenza viva, e soprattutto di quelle qualità che sopperiscono alla mancanza di vista: olfatto, udito, intuito.
Appena conosciuto questo singolare personaggio, già ne sono rimasta affascinata.
Poi c’è la storia, intrigante al punto giusto.
Si parla qui di animali, e del loro mondo. Il primo, e più simpatico certamente, è Guaio: solo il nome è tutto un programma. Bestiola derelitta, salvata da un abbandono e diventata di Ninì, figlia adottiva di Blanca e suo più grande affetto. La giovane donna affida il cagnolino alle cure di due bravi veterinari, che si occupano di ostacolare il contrabbando di cani dall’estero, e praticano prezzi politici a chi non ha i mezzi. Ma i due veterinari vengono uccisi. Contemporaneamente in città due negozianti di animali sono pure trovati morti , nientemeno per il morso di un ragno dal veleno letale. Blanca ha la sensazione che, per qualche motivo ancora oscuro, queste morti siano legate tra loro. E comincia a indagare, a suo modo. Vari personaggi le fanno da contorno, in questa vicenda. Il più inquietante è di certo Sua Signoria, un boss della zona, implicato nel traffico di animali esotici, che avrà parte nella storia, ma non voglio dire di più.
Poi, l’amore, nelle due persone dei colleghi, Micheli, innamorato di lei ma non ricambiato, e Liguori, a cui la lega un amore appassionato, ma in questo momento piuttosto in crisi: è a lui che si riferisce nella mia citazione, quando dice che d’ora in poi vuole ignorarlo ed essere ignorata. (Ci riuscirà? Ai lettori scoprirlo).
La causa della crisi amorosa riveste i panni di una intraprendente giornalista, Sofia Rago, che “offre” la sua collaborazione nel risolvere il caso, ma in realtà ha scopi più subdoli: scoop di prima mano e una relazione con Liguori, che Blanca, nella sua estrema sensibilità, ha già captato. Ho lasciato per ultimo il personaggio più strampalato del romanzo, tale Amaltea Ornico, una mezza pazza che staziona negli studi veterinari e vaneggia di salvare il mondo animale dalle malattie portate da un non ben definito “fuori”. Veramente buffa, e diversa da tutti gli altri protagonisti; non in linea con loro, ma un tocco di originalità non guasta mai!
Un romanzo piacevole, scorrevolissimo, con molta introspezione e con tanto sentimento, ingrediente fondamentale per costruire buone storie. Non deve essere necessariamente l’amore, ma l’amicizia, gli affetti familiari, il dolore. Qui c’è tutto.
Lo stile, come ho già accennato, è particolare ed affascinante. Ha spesso una costruzione poetica, ha modi di dire inusuali, dando allo scritto una leggerezza speciale: pare di leggere dei versi!
Lei, Blanca, nella sua veste di donna anti-eroe, a causa della sua menomazione, si rivela infine più forte di altri, e conquista immediatamente il cuore di chi legge.
Ci sono altri tre romanzi precedenti, con la stessa protagonista: per chi apprezza stile e trama, vivamente consigliati!