Quando poco più di un anno fa ho saputo che Elena Ferrante, un’autrice che amo immensamente, avrebbe tenuto una rubrica sul Guardian, mi sono rammaricata di non poterla leggere. Mastico l’inglese abbastanza, ma non tanto da poter godere appieno della sua sublime scrittura. Sono grata, dunque, alle edizioni e/o per aver pubblicato tutti i suoi articoli in un volume intitolato L’invenzione occasionale. Cinquantuno brevissimi scritti, mai banali, sui più disparati argomenti.
Ho adorato il modo in cui ha raccontato di aver avuto timore di affrontare questa nuova esperienza, così diversa dalla scrittura narrativa, per tipologia, stile, tempi di stesura, lunghezza dei testi. Ho ammirato quel suo riscoprirsi ogni volta, il suo voler prendere tutto come una nuova sfida per conoscersi ancora, frammentandosi e ricomponendosi di settimana in settimana.
Il risultato è entusiasmante. Entusiasmante perché Elena Ferrante parla di argomenti semplici, trasformandoli in riflessioni mai banali, sempre puntuali, precise, perfette. Nuove. Sì, nuove. Ha la capacità di prendere argomenti triti e ritriti e di donare loro un nuovo punto di vista, che però è allo stesso tempo un pensiero già tuo, che sapevi di avere ma non trovavi le parole giuste per esprimerlo.
La grandezza della Ferrante, narratrice e ora anche giornalista, sta proprio in questo: nella capacità di donare voce a chi non ha ancora trovato la sua.
Leggere L’invenzione occasionale è stato utile anche per un secondo motivo, molto più personale: ogni argomento da lei affrontato può rappresentare per me una nuova sfida di scrittura. Mi incuriosisce l’idea di cimentarmi nella riflessione dei vari aspetti della mia vita e di metterli su carta, tirando fuori le parole dal secchio nella testa – un po’ come faceva la piccola Lila dell’Amica geniale. Fermarsi a cercare il mot juste, ridefinire emozioni e sentimenti, svelarsi senza paure né imbarazzo alcuno.
Consiglio a ogni aspirante scrittore di fare la stessa cosa. Leggere questa splendida raccolta di articoli e calarsi nella stesura dei suoi personalissimi punti di vista su quegli stessi argomenti.
Può essere un gioco, una scoperta interessante di se stessi e dei propri limiti; ma anche l’occasione per fare una pausa da tutto il resto, prendersi cinque minuti, mezz’ora, un’ora, solo per noi, godendo del tempo passato in nostra esclusiva compagnia.