Questa settimana ho avuto l’occasione di leggere un libro poliziesco davvero notevole intitolato La danza dei veleni, di Patrizia Rinaldi. Dico subito che sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla bravura di questa scrittrice, dall’abilità con la quale ha confezionato le parole per dare vita ad una storia intrigante, impreziosita da bellissime frasi. Non nascondo di averne sottolineato più di una per tenerle a mente.
La protagonista del libro è Blanca, una donna detective ipovedente che assieme ai suoi colleghi si ritrova ad affrontare due casi solo apparentemente slegati tra loro: un traffico illegale di animali proveniente dall’estero e la misteriosa morte di Giordana Speranza, deceduta a causa del morso di un ragno Phoneutria, rarissimo e letale.
Il clima che si respira fin da subito è piuttosto particolare, come particolare è pure la protagonista di questo romanzo, Blanca. La donna, nonostante il suo handicap, si muove sicuraLa danza dei veleni in casa, seguendo il filo dei pensieri e annusando un miasma inconsueto, che rimanda ai vapori dello zucchero fermentato che salgono al naso e poi continuano fino al cervello; lo associa all’odore dell’inganno… Blanca è una donna che ho ammirato tantissimo: è coraggiosa, non piange, non chiede aiuto. Nasconde la sua fragilità. Riporto questo bellissimo passo del libro che spiega molto bene questo tratto del suo carattere: “Quelli che si dichiarano deboli, loro sì che sono capaci di annunciare la propria scarsa resistenza, hanno sempre in bella mostra una scatola di cartone che mette in guardia chi si avvicina: attenzione, fragile. Chi ha scelto di dirsi forte non può avere l’avviso scritto sul cartone. Non c’è nessuna parola che dica: attenzione, pure lei è fragile, almeno in alcuni punti. Si piega in due lo stesso, si riduce in frantumi lo stesso. Chi si ostina a dirsi forte si ripara in solitudine, come può, ma riparte con qualche pezzo mancante, perduto senza poterne esibire la croce”.
Le indagini sono piuttosto complesse e articolate. Blanca si richiude in sé stessa dopo aver realizzato di essersi mostrata in tutte le sue debolezze all’amato ispettore Liguori, il quale2019-05-23 13.34.59, però, preferisce corteggiare una bella giornalista e non ha nemmeno il coraggio di dirle che è stanco di lei. Blanca si isola, decide di indagare da sola e percepisce il suo istinto diventare più netto: l’amore per Liguori l’aveva resa fiacca, ed è arrivato il momento di tornare ad essere la bestia ferita che cerca soluzioni e riparo…
La trama è molto avvincente e ingarbugliata; a metà del libro siamo ancora in alto mare, il commissario si rende conto dell’assenza della cosiddetta abilità artistica della vecchia scuola investigativa e si sente tradito soprattutto da Blanca. Liguori, dal canto suo, se ne sta rintanato nel suo ufficio con la giornalista. Vengono commessi degli errori durante le indagini: c’è chi parla troppo e chi troppo poco e le vicende personali s’intrecciano e creano ostacolo.
Ho adorato questo poliziesco dalla prima all’ultima pagina, sia per i personaggi totalmente inconsueti e sia per la storia in sé. Mi è piaciuta la scrittura elegante e il modo vivace di caratterizzare i personaggi, anche attraverso i nomignoli che talvolta si assegnano tra loro. Blanca ad esempio diventa la selvatica, la giornalista Sofia Rago viene definita in modo ironico albicocca Rago per via dell’odore che emana, e il commissario Martusciello è il ciuccio di paese.
Una storia squisita, molto curata nella scrittura e nei personaggi, consigliata agli amanti del genere. L’ambientazione, resa molto bene, conferisce alla lettura suggestioni particolari, fatte di odori, tradizioni, colori e paesaggi; Il mare per esempio è più volte menzionato, talvolta dipinto nella sua calma apparente e altre imbizzarrito, sferzato dal rumore delle onde magnifiche, come a fare da specchio allo stato emotivo di Blanca… Il finale è distinto da provocazioni oneste che finalmente infrangono il muro dei non detti, colmano le distanze e lasciano emergere la verità.
Very very good!