Già la copertina di questo romanzo, “Prima classe”, del francese Michel Déon fa sognare. La bella donna elegante, che regge con un braccio il cappello appoggiandosi alla balaustra di una nave in navigazione, costruisce l’atmosfera che si respira nella prima parte del libro.
Due donne bellissime, diverse, piene di fascino, attraversano la vita del giovane Arthur, il ragazzo che grazie ai sacrifici di sua madre, desiderosa di farlo sistemare nel “giardino dei grandi”, occupa una cabina di prima classe sulla Queen Mary, la nave che lo sta conducendo a New York.
Vincitore di una borsa di studio in una prestigiosa università vicino a Boston, sulla nave incontra un insolito terzetto, Elizabeth Murphy, ricca ed esuberante ereditiera americana, bionda e la bruna Augusta Mendosa, una brasiliana legata a suo fratello Getulio, arrogante giocatore d’azzardo. I tre si presentano all’ingenuo Arthur come esponenti di un mondo di cui lui non fa parte: sono ricchi, sfrontati, intraprendenti. Ma a bordo c’è anche il professor Seamus Concannon, alcolista, saggio insegnante allo stesso campus a cui sono diretti Arthur Morgan e Getulio Mandosa e un’altra coppia bizzarra, Allan Porter e sua moglie Minerva, proporranno la loro compagnia. Si tratta del consigliere alla Casa Bianca del Presidente Eisenhower, che sembra conoscere molto bene le referenze di Arthur e lo spinge a farsi onore all’Università, promettendogli aiuto per un futuro inserimento professionale.
Durante tutta la lunga crociera nasce una relazione tra tutti i personaggi che poi si rincontreranno nei lunghi anni successivi. Arthur si innamora di Augusta, ma è attratto in modo diverso anche da Elizabeth, anche se le due donne sembrano allontanarsi da lui e lo sconcertano per i loro dissonanti atteggiamenti. Getulio è un personaggio negativo, un approfittatore e questo, se appare subito evidente, avrà in futuro esiti molto pesanti.
Il grande pregio di questo romanzo è la ricostruzione esauriente di un pezzo di società americana della costa orientale negli anni Cinquanta e del ruolo che può trovarvi un europeo, un francese, che ha dalla sua la tradizione di un’origine culturale apprezzata oltreoceano, anche se non ha denari e appoggi. Per certi versi Arthur Morgan con la sua inesperienza somiglia a certe eroine jamesiane, ma mentre le giovani americane raccontate nei romanzi del grande narratore giungono in Europa a fare esperienze, il nostro protagonista fa il percorso inverso: imparerà a sue spese le difficoltà di un mondo dove solo il denaro e l’affermazione professionale conferiscono prestigio.
Chi è ricco per nascita, come Elizabeth, potrà concedersi il lusso di fare teatro Off
a Broadway; chi invece come Augusta ha perso tutti i denari non sarà mai libera, oppressa dall’arroganza narcisistica del fratello-padone. La storia raccontata da Michel Déon attraversa decenni, ci accompagna a Washington, vicino alle stanze del potere, a Wall Street, nei templi della finanza, in Florida, in un lussuoso buen retiro dove ad Arthur è concesso di vivere il suo sogno d’amore, in miserabili appartamenti a Manhattan e infine in Europa, dove Arthur ormai ricco e maturo potrà fare ritorno, esaudendo i desideri di sua madre che lo aveva voluto realizzato e potente.
Una storia fortemente simbolica, raccontata con una lingua accattivante, scoppiettante, piena di dialoghi esilaranti, di citazioni raffinate, di musiche, champagne, caviale, bei quadri, suggestive atmosfere. Un romanzo che si legge con grandissimo piacere.