La morte improvvisa del padre precipita Camelia e la madre Livia nel silenzio vuoto che stringe chi rimane. Nelle nebbie di Leeds, “una città in cui non comincia mai niente”, l’elaborazione del lutto e la chirurgica rimozione dei ricordi, costringono le loro giornate in un inverno innaturale. Comincia allora un dialogo anoressico, fatto di sguardi e di parole strozzate, finché Livia non si smarrisce nell’ossessione precipitando nel silenzio.
Camelia, tormentata dal vuoto che sente dentro e attorno a sé, si costringe ad espiare una colpa non sua vendicandosi sulle anime degli oggetti: i vestiti che tagliuzza, sfregia e riduce a brandelli per poi ricucirli gli uni con gli altri; i fiori che recide sistematicamente ovunque vada, specie i papaveri che spuntano dalla neve, e gli ideogrammi cinesi con cui quotidianamente ingaggia un feroce corpo a corpo nel disperato tentativo di restituire alle parole quel senso di cui sente la mancanza come di ossigeno sott’acqua.
Settanta Acrilico cento lana (dal 19 gennaio in libreria per i tipi delle Edizioni e/o) è il primo romanzo di Viola di Grado, siciliana all’estero -residente a Leeds, esordiente ad appena 23 anni. La sua scrittura stupisce e affascina: le parole scendono in profondità a separare chirurgicamente la carne dalla carne, senza pietà.
Pagina dopo pagina, ci costringe a perderci nella mente sconvolta dei suoi personaggi e, come loro, non possiamo che sperare che il giorno ricominci a scorrere, che la neve si sciolga, che arrivi l’evento inatteso in grado di redimere. E questo arriverà, e avrà gli occhi a mandorla di Wen il suo insegnante di cinese.
Camelia si innamora, ma lui la respinge nascondendole il motivo. E c’è anche il bizzarro fratello di lui, ossessionato dall’oscura morte di Lily, un’altra studentessa di Wen.
La storia di un’ossessione, della colpa di un padre e dell’espiazione di una figlia, di un’anoressia di parole che si fanno sguardi. Settanta acrilico trenta lana è più di un esordio promettente: col suo prossimo romanzo Viola di Grado potrebbe diventare una grande scrittrice.