«Sto invecchiando male. Chissà se anche l’amore invecchia male». È amara, Blanca, poliziotta a Napoli nel commissariato di Pozzuoli, il nome un omaggio a Il tempo di Blanca di Marcela Serrano, il cognome Occhiuzzi un’ironia del destino per quel suo guasto alla vista che le fa vedere solo ombre, compensato da un istinto sensitivo per moventi e colpevoli che quasi la avvelena. Patrizia Rinaldi, autrice amatissima anche di libri per ragazzi (premio Andersen Miglior Scrittore e Miglior Fumetto per La compagnia dei soli, con Marco Paci) dissemina le piste noir di impegno sociale, commedia dell’arte, dramma sentimentale, regalandoci una scrittura densa, emotiva, per dire il male di stare a contatto col male. Dopo Blanca, Tre numero imperfetto e Rosso caldo, in questo quarto libro della serie (presto anche in tv) la detective ipovedente è alle prese con l’odore di carogna che emana dall’omicidio di due veterinari e dalla morte di due negozianti di animali morsi da un ragno velenoso. E con quello di «fine del mondo» di Guaio, cucciolo che le piomba tra capo e collo, e con il sentore di albicocca marcia di una giornalista. Sullo sfondo la criminalità organizzata. Ma nulla è mai come sembra, nessuno lo sa più di lei.