Sono giornate strane per Cosimo, per tutti. Indecifrabili perché le notizie che si susseguono si contraddicono e confondono: è caduto il fascismo, la guerra sta per finire, anzi no…
Ma se hai 9 anni nel 1943 della guerra ti importa poco, perché il tempo di pace nemmeno te lo ricordi. Il problema semmai è lo spazio. Non c’è più un “fuori”, neppure il cortile è consentito, tocca starsene chiuso in camera con il fratellino. Per colpa del coprifuoco, addio ai giochi con Italo, Riccardo e Vanda.
Insomma, ci si abitua a tutto, anche alla guerra e si cerca di far pari con i problemi: Cosimo ha un nonno ossessionato dalla paura, Vanda è orfana e siccome non è carina sa che forse non la adotteranno mai, Italo ha un fratello che ha ricevuto una medaglia d’onore per essere stato ferito in guerra e non si sente mai all’altezza… e poi c’è Riccardo generoso e coraggioso, che fa tutto facile, che non ha paura di nulla, neppure degli schiaffoni in casa se scappa o disobbedisce.
Insomma a questi bambini importa delle piccole cose della loro vita, che sono grandi ovviamente, e non si preoccupano troppo della guerra che è più un gioco da fare in cortile e una seccatura, perché in tavola si mangia sempre la stessa cosa. Però ecco che a un certo punto questa guerra li riguarda per davvero: succede quando gli ruba un amico e fa sparire con lui un sacco di famiglie…
Accade proprio così, Riccardo sparisce dal ghetto, rubato dai tedeschi per il fatto di essere ebreo. Ma Vanda, Italo e Cosimo non hanno alcuna intenzione di lasciar perdere. Il loro amico vogliono riportarlo a casa. È così che inizia questa avventura.
Bartolomei sa essere lieve e ironico anche raccontando degli orrori della guerra, perché riesce a guardare il mondo con gli occhi di un bambino. E il risultato è una piccola magia.