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Letti per voi

Testata: Italiani di Libia
Data: 19 aprile 2019

L'avventura coloniale dell'Italia in Africa raccontata come un romanzo. Angelo Angelastro, caporedattore del Tg1, racconta nel libro "Il bel tempo di Tripoli" la vera storia di Filippo Salerno, l'ex Capo ufficio Stampa della Milizia Fascista prima in Etiopia e poi in Libia. Angelastro, allora giovane cronista di sinistra, raccoglie nel 1986 le confessioni dí Salerno, suo conterraneo barese, in un'intervista fiume di tredici ore, poi persa in cantina quindi soggetta alle vicende personali del giornalista. Dopo venticinque anni i nastri vengono ritrovati, riascoltati e il reporter, che nel frattempo ne ha fatta di strada, si rende conto del loro valore, divenuto più evidente proprio dal lungo intervallo di tempo trascorso. "È un romanzo tratto dalla storia vera di Filippo Salerno — racconta Angelastro in un'intervista a Canale 10 del marzo scorso - opportunamente integrata nei passaggi lacunosi del racconto. È una vicenda umana utile per inquadrare la fase drammatica dell'esperienza imperiale. Il libro è un racconto molto umano di questa parabola, di un giovane italiano che crede prima nella intenzione civilizzatrice del fascismo rendendosi poi conto, che questo intento non era così sincero e così autentico da parte del regime". Edito nel 2015, il libro si è ripreso la scena in questo inizio 2019, attraverso alcune presentazioni (l'ultima a Ostia il 2 marzo) che ne hanno attualizzato il valore narrativo. Il giudizio sull'avventura coloniale ed imperiale italiana l'ha dato ormai la storia: saranno le convinzioni personali a decidere se "Il bel tempo di Tripoli" vi farà riflettere o arrabbiare. La conversione interiore di "un ventenne che decide di andare in Etiopia per liberarla dalla schiavitù per poi scoprire che tutto questo non era vero, è il filo conduttore di questo libro, nel quale la posizione di Salerno è evidente anche nell'autocritica: "Imperdonabile leggerezza non aver individuato nell'ostentata ricerca di gloria e potenza le manifestazioni di un'idea refrattaria ai valori del dubbio e della temperanza, meravigliosi retaggi dell'uomo". D.L.