Non fatevi ingannare dalla mole di questo romanzo, perché saranno pure più di 500 pagine ma arriverete all'ultima in un baleno. Questo libro è un piccolo esempio, un caso non unico ma abbastanza raro di un fantasy ben fatto, avvincente e nuovo nato non in lingua inglese ma francese.
passe-miroir-fans.tumblr.com
Christelle Dabos ha, infatti, saputo giocare con illusioni e atmosfere in bilico tra realtà e sogno per darci un mondo affascinante e una protagonista che sulle prime potrebbe apparire scontata ma che si rivela, invece, un vero portento. Lei è Ofelia, originaria di Anima, una delle arche che orbitano intorno al rimasuglio della Terra. Lei è una lettrice, le basta, infatti, toccare un oggetto per ripercorrerne la storia e la vita e scoprire qualcosa sul suo proprietario. Ma non solo, è anche una attraversaspecchi. La sua vita potrebbe sembrare un po' piatta e monocorde fino a quando le Decane della sua famiglia non la promettono in sposa a Thorn, un oscuro personaggio che proviene dall'arca Polo. Ofelia è costretta a seguirlo a Polo già prima del matrimonio e qui, tra un pericolo e l'altro, si troverà davanti ad un mondo per cui non è preparata, un mondo che la classifica fin da subito come un pericolo da eliminare.
Fino a qualche anno fa ero un divoratrice di fantasy, poi le storie sono iniziate a somigliarsi un po' tutte e da allora cerco di fare una accurata selezione, cercando di dedicarmi solo a quelli più particolari, quelli che hanno tutti gli elementi per non farmi annoiare. La serie della Dabos inizialmente non mi aveva attratta, ma, una recensione dietro l'altra, un consiglio dietro l'altro, han fatto si che si insinuasse nel mia wish list e poi nella mia libreria. Ora, dopo aver letto il primo libro, non vedo l'ora di proseguire questa serie. Che cosa mi ha colpito? L'assurdo che c'è in questo libro, la logica dietro al follia, l'oscuro e il grottesco che si annidano a Chiardiluna. In ogni gesto, in ogni piccolo episodio si può nascondere un pericolo; i personaggi che affollano la corte di Polo hanno facce d'angelo ma cuori oscuri e malevoli; le faide sono in continuo scontro, pronte in maniera subdola a denigrarsi e a distruggersi a vicenda; nessuno dà niente per niente e niente è scontato o facile. L'autrice ha saputo creare uno vero e proprio circo di anime oscure, di maschere inquietante, di personaggi crudeli; un gioco degli specchi in cui tutto è falso, tutto è marcio.
Ofelia si ritrova quindi catapultata in un mondo che è l'opposto di quello a cui è abituata; lei che viene da una famiglia grande e chiassosa, poco formale ma molto appariscente, lei che è per natura taciturna e poco avvezza agli intrighi, ecco che invece improvvisamente deve imparare la sottile arte del sotterfugio, ma soprattutto a non fidarsi di niente e di nessuno, a cercare di vedere oltre le apparenze. Anche se il sole splende soave in cielo, non è detto che ci sia caldo; anche se il palazzo in cui risiede splende di decori e lusso, sotto la carta da parati si nasconde l'umidità malsana e la muffa. Ecco la sua nuova casa, allietata ancora di più dalla presenza di un fidanzato scontroso e burbero e dalla zia di lui crudele burattinaia. Ma anche qui Ofelia dovrà affinare le sue doti e scoprire se veramente Thorn è così ombroso e freddo e perchè sia stata scelta proprio lei per questo (infausto) matrimonio. Ofelia, come dicevo, all'inizio non mi aveva molto convinta, temevo nella classica ragazzina che si auto sminuisce, per poi scoprirsi pazzesca. La Dabos non mi delude perchè Ofelia è si piccina e tenera, ma anche tremendamente goffa (e ci dà anche una vera motivazione per la sua goffaggine). Davanti alle difficoltà si dispera ma non demorde, davanti alle ingiustizie si arrabbia e lancia bicchierate d'acqua. Posso dirlo? Finalmente una protagonista un po' sui generis, più Hermione che Bella ( e qui ho sfoderato la mia grande cultura eh).
La cosa che più mi ha stupito però è un'altra: il lato romance, che non c'è! O meglio c'è, è accennato poco poco (in fondo c'è un matrimonio alle porte) ma appare più come un impiccio per la protagonista che un punto di forza per il romanzo. Insomma, si qualche cuore batterà, ma al momento la cara Ofelia ha ben altre gatte da pelare e pallottole da evitare! Nei prossimi libri ci sarà? Forse, chissà, ma ho apprezzato l'idea di utilizzarlo quasi in maniera negativa, come se fosse una prospettiva tutt'altro che auspicabile. Poi vedremo, ma almeno abbiamo un inizio affatto scontato.
Questa lettura mi è proprio piaciuta, anche perchè la Dabos scrive proprio bene, riesce a rendere con le sue descrizioni il senso di confusione e di follia che circondano Ofelia, e anche il suo sentirsi impreparata al mondo in cui si appresta ad entrare. I punti forti di questo romanzo sono la fantasia, la sovrabbondanza di personaggi e di spazi, l'incastro di illusioni e di allucinazioni. Tutto questo però avendo come fulcro una protagonista all'apparenza semplice ma con un carattere forte e incisivo.