Thorn e Ofelia sono due personaggi ben delineati e descritti nei minimi dettagli e uno dei punti di forza della storia nata della penna della Dabos.
Ofelia, all' inizio è  goffa, timida, esile, piccola, di poche parole, miope, dolce ,anonima, impacciata, dovuto a un evento del suo passato, ma alla fine della storia si rivela  coraggiosa  tutte queste caratteriste    rendendo il suo personaggio femminile unico, semplice e difficile da replicare. 
Ofelia è lontana da qualsiasi altra protagonista di qualsiasi altra storia, - scusate per il gioco di parole- per questo, entrare in sintonia è semplice. 
 Al contrario, Thorn è un libro chiuso,  difficile da inquadrare caratterialmente, soprattutto all' inizio, un giovane uomo "Tuttavia con due brevi occhiate si fece un’idea della sua faccia, e quello che intravide le fece venire la pelle d’oca. Occhi slavati, naso affilato, capelli chiari, cicatrice che gli attraversava la tempia: l’intero suo profilo era impregnato di disprezzo, un disprezzo rivolto a lei e a tutta la sua famiglia., queste sono le  parole che usa la Dabos per descriverlo, nel momento in cui Ofelia incontra il suo futuro marito.   
Thorn è chiuso in se stesso, dai modi freddi e glaciali, proprio come dall' arca proveniente, autoritario e burbero,  tende poco a dimostrare le sue emozioni o sentimenti. 
 Un altro punto di forza, insieme ai personaggi, è il mondo e l'ambientazione, il world building, creato dalla Dabos, un mondo affascinante ma complesso da capire: la Terra non esiste più, al suo posto vi sono alcuni resti, intorno alla quale ruotano 21 Arche principali, ogni arca è differente l' una dall' altra e ognuna di essa, ha leggi e doni differenti, e a capo di ognuna c'è uno spirito di famiglia, che ha dato origine a molti abitanti della propria arca. 
 La Dabos, in questo primo libro, si concentra maggiormente su due arche, quella di Anima e quella di Polo. 
 La prima è Anima, quella originaria di Ofelia,  ogni oggetto ha un' entità propria, prova dei sentimenti, proprio come l' Archivio del prozio della protagonista, ma anche le porte e molti altri oggetti, mentre la seconda  è quella di Polo, che diventa la nuova "casa" della protagonista, qui l' inverno dura per sempre, l' aria è gelida e fredda, proprio come Thorn, inospitale per le persone che non sono abituate a quelle caratteriste. 
 Lo stile della Dabos è ricco di dettagli e tiene incollato alla storia fino  alla fine, anche se la prima parte della storia l'ho trovata piuttosto lenta e  monotona,  questo è l' unico motivo per il quale non ho apprezzato totalmente la storia. 
 Tirando le somme, Fidanzati dell' inverno è un inizio avvincente di una storia tutta da scoprire e da leggere e, adesso, sono curiosa di scoprire cosa mi riserva il secondo volume di questa quadrilogia tutta da leggere e non vedo l'ora di proseguire questo viaggio. 
 Se amate i fantasy particolari, dall' ambientazione affascinante e complessa, con una protagonista atipica, Fidanzati dell' inverno è il vostro viaggio di carta perfetto, ma non lasciatevi scoraggiare dall' inizio lento, perché dopo ciò la storia si movimenta e vale la pena di viaggiare in compagnia di Ofelia verso il Polo.