Proviamo a fare un gioco. Liberate la mente da ogni barriera, limite o condizionamento. Siete senza freni, liberi di immaginare l’impossibile. E ora provate a rispondere a bruciapelo a una domanda: se poteste ricevere un dono, un superpotere, qualcosa di folle, cosa scegliereste?
Essere onnipotenti, forse. O immortali, vivere per sempre senza ammalarsi mai.
Tom Hazard non è immortale e non vivrà per sempre, ma di certo su questa terra trascorrerà molto, moltissimo tempo. È affetto da anageria, una disfunzione che lo fa invecchiare molto lentamente e che, quindi, gli dà la possibilità di esistere per svariati secoli. Ha più di quattrocento anni, ma ne dimostra scarsi quaranta. È colto, raffinato, affascinante, sensibile, leale. Ha vissuto nell’epoca di Shakespeare e in quella di Hemingway. Ha conosciuto ogni tipo di guerra e attraversato ogni moda. Ha assistito a ogni scoperta scientifica e all’evoluzione tecnologica. Ed è ancora giovane, pronto a godersi i prossimi quattrocento anni.
Detto così sembra un sogno, eppure per Tom è una maledizione. L’unica cosa che darebbe senso alla sua lunga vita è l’amore, ma è proprio questo a renderlo così miserabile, perché l’amore è un lusso che Tom non può permettersi: tutte le persone attorno a lui prima o poi invecchiano e muoiono, lasciandolo solo in un mondo da cui deve difendersi.
A ridargli speranza, solo la possibilità di ritrovare sua figlia Marion, dotata, come lui, del gene della giovinezza e costretta, come lui, a nascondersi per non farsi notare.
“Come fermare il tempo” è a tutti gli effetti un libro fantascientifico, per via dell’argomento trattato, ma Matt Haig è stato in grado di imprimergli una dettagliata connotazione storica, creando un genere ibrido che affascina e seduce.
Prosa scorrevole e trama intrigante rendono “Come fermare il tempo” un romanzo davvero molto interessante e assolutamente da consigliare.