Vite raccontate nel viaggio. In cerca del senso di sé, attraverso la dolorosa ricognizione dell’identità, senza farne però un’ossessione. E d’una memoria che, saldando le generazioni, offra indicazioni preziose su ciò che siamo e vogliamo.
Il "Mare aperto" ricorre anche nelle pagine di “Qual è la via del vento” di Daniela Dawan, edizioni e/o: «Il mare è parente dei sogni perché la fantasia è come navigare in mare aperto». Tripoli, 1967, tra le tensione della “guerra dei sei giorni” tra paesi arabi e Israele. Una caccia agli ebrei. Un tessuto di abitudini e convivenze lacerato dall’odio religioso. Una famiglia, i Cohen, come tante altre, in fuga dalla violenza. Una bambina fragile, Micol, strappata alle sue abitudini. E un fantasma, Leah, sorella maggiore, di cui nulla sa se non che è morta prima che lei nascesse. Un salto nel tempo. È il giugno del 2004 quando Micol, avvocato di successo, torna a Tripoli con una delegazione invitata dal colonnello Gheddafi per cercare di ricucire i rapporti con le famiglie ebraiche cui aveva confiscato i beni.