Anni Quaranta. Mamma Emilia, papà Marc e il piccolo Alessandro Rimon sono una famiglia di origine ebraica che vive a Genova. Alessandro ha cinque anni, ma è già in grado di leggere e scrivere correttamente, per questo viene inserito in una classe di ragazzi più grandi. Emilia lo loda in continuazione, è molto fiera del suo piccolo genio. Marc, di origine belga ma con passaporto inglese, è un tagliatore di diamanti.
Nel 1938 in Italia vengono promulgate le leggi razziali. A causa di queste leggi, Marc “cittadino straniero entrato in Italia dopo il 1912” riceve l’avviso di espulsione. Grazie al passaporto inglese, Marc potrebbe portare tutta la sua famiglia in Inghilterra, ma la moglie non vuole lasciare l’amata Italia.
Le cose per gli ebrei italiani precipitano velocemente. Con le leggi razziali i bambini ebrei vengono cacciati da tutte le scuole, ai lavoratori come Marc viene tolta la licenza, il cugino Carlo viene licenziato dalle Ferrovie. Così anche i tanti ebrei non osservanti come la famiglia Rimon si ritrovano “in lugubre corteo, ad abbandonare frastornati il proprio posto di lavoro: impiegati e dirigenti, assicuratori e tipografi, maestri, professori, marescialli dell’esercito e fattorini.”
Le vicende raccontate nel libro si ispirano a fatti realmente accaduti a Luciano Tas, marito di Lia Levi. Il piccolo narratore è Alessandro, che all’epoca ha solo cinque anni. Tramite la sua voce il lettore viene a conoscenza di quello che sta accadendo in Italia in quegli anni, ascoltando insieme al protagonista la radio o spezzoni di conversazione dei genitori, leggendo di fretta un titolo di giornale.
La storia fa da sfondo alle vicende della famiglia Rimon, ma non è mai la protagonista. Lia Levi preferisce concentrare il tema centrale del racconto sulle dinamiche familiari, e su come Alessandro percepisce e vive il cambiamento dovuto alle leggi razziali. “I provvedimenti contro gli ebrei continuavano a cadere a scansione lenta, come quei goccioloni radi ma già carichi che preludono alla tempesta.” Da un giorno all’altro Alessandro si vede lasciato a casa da scuola ed evitato dai vecchi compagni senza un motivo apparente. Il padre viene licenziato, e la madre non fa che punzecchiarlo e criticarlo. Alessandro si lega così alla figura della zia Wanda, che cerca di tenere insieme i pezzi della famiglia.
Alessandro, grazie al suo intuito, capisce prima dei suoi familiari il futuro degli ebrei. Purtroppo però non viene ascoltato, perché è solo un bambino. Ma quando tutto sembra ormai perduto, sarà proprio Alessandro a tirar fuori l’asso nella manica per cercare di salvare la sua famiglia.
Una storia di coraggio, umiltà e disperazione, vista attraverso gli occhi di un bambino. Alla tragedia che oscura l’Europa, si aggiungono le insicurezze e i dubbi delle persone che non vogliono abbandonare la patria, anche se essa non li riconosce più come suoi figli, li isola e li abbandona al loro destino. Un’altra storia che ci permette di non dimenticare le persecuzioni contro gli ebrei.