Tom Hazard è professore di storia alla Oakfield School di Londra. Ha 436 anni. Soffre di una disfunzione, l’anageria, che implica un invecchiamento lentissimo. Entra a far parte della Società degli Albatros, un’organizzazione creata e capeggiata da Hendrich, che protegge e nasconde quelli come lui dal pericolo di venire scoperti e che, ogni 8 anni, fornisce nuove identità e un nuovo luogo dove vivere, in cambio di un incarico da assolvere. Alla fine del XVI secolo Tom si innamora di Rose che gli darà una figlia, Marion. A causa della sua sindrome, che gli abitanti del paese attribuiscono a stregoneria, è costretto a lasciarle, per salvarle. Durante tutti i secoli attraversati Tom ha cercato ostinatamente la figlia, anche lei sofferente di anageria, senza mai trovarla e senza mai innamorarsi, per non mettere in pericolo nessuno. Ma Camille, insegnante di francese nella stessa scuola, gli creerà una grande confusione. Riuscirà Tom, nato Estienne, a resistere alla tentazione di innamorarsi? Marion è viva e si ritroveranno?
“Volevo che la prospettiva di questo libro fosse il tempo: la sua capacità di consolarci e di terrorizzarci, e di spingerci a comprendere la misura e la preziosa trama delle nostre esistenze”. Così scrive Matt Haig nella pagina dedicata ai ringraziamenti. E così, Tom e tutti gli eteronimi che si carica sulle spalle nel suo lungo viaggio nel tempo, vive tutte le sfumature che il tempo offre. La sua misura non è solo scandita dal passare di frazioni (secondi, ore, giorni o anni) ma dalla memoria, alleata e divoratrice. Haig, classe 1975, inglese di Sheffield, è scrittore molto prolifico, ha già pubblicato numerosi libri (tra cui lo straordinario Gli umani). Con questo penultimo libro (agli inizi di febbraio uscirà Vita su un pianete nervoso, sempre per E/O), da cui verrà tratto un film con protagonista Benedict Cumberbatch, ci regala una storia appassionante, intrigante, tenera, scritta in maniera sublime, senza orpelli, con periodi di lunghezza estremamente accettabile, efficace, di immediata assimilazione; uno stile che fa ringraziare della sua esistenza, del dono che ha ricevuto e di cui magnanimamente ci fa dono. Certo, la storia del viaggiatore nel tempo non è un tema originale. Ricordiamo Orlando di Virgina Woolf (anche se in questo caso si verifica un cambio di sesso) e soprattutto La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo di Audrey Niffenegger, da cui è stato tratto anche il bel film Un amore all’improvviso (2009), con Eric Bana e Rachel McAdams. Ma lo scrittore inglese, sul brogliaccio di una storia già letta, costruisce qualcosa di meraviglioso. La suddivisione in capitoli è funzionale alla storia: ogni capitolo informa del luogo e dell’anno in cui Tom si trova e ci fa dondolare sull’altalena degli avvenimenti e dei personaggi storici che il protagonista incontra nel suo peregrinare tra Islanda e Sri lanka, Parigi e Tahiti, Stati Uniti e Londra. Haig utilizza in grande quantità l’artificio della madeleine e fa della memoria involontaria l’arma con cui il tempo colpisce e affonda Tom nello struggimento per la morte della moglie Rose e nell’ossessione per la ricerca della figlia Marion e lo spiega attraverso le parole del suo personaggio: “Il passato non è un luogo a parte. È molti, molti luoghi, sempre pronti a risorgere nel presente… Sgorga dai segnali stradali e dalle targhe sulle panchine del parco, dalle canzoni, dai cognomi…”. Alla fine, cosa riuscirà a risolvere questa continua macerazione nel dolore, il dilemma se continuare a mentire, a fingere di essere un uomo qualunque? L’amore. L’amore per Camille riuscirà a trasformare il mistero dell’anageria in una forza che li legherà saldamente. Perché, come il professore di storia Tom Hazard dice “Forse è questo che occorre per amare qualcuno. Trovare un mistero felice che vorresti continuare a risolvere per sempre”.