Mentre i due promessi sposi, Ofelia e Thorn, si “contendono” il privilegio e il rischio di leggere il libro dello spirito di famiglia dell’arca del Polo, Faruk, alcuni stimati membri della corte iniziano a scomparire. Più i protagonisti si avvicinano a scoprire l’identità del rapitore più portano a galla misteri relativi alla Lacerazione stessa e alla nascita delle Arche.
Cosa succede ai nostri amatissimi personaggi mentre procedono le indagini?
Mentre Thorn utilizza la maggior parte delle sue energie e astuzie per cercare di tenere lontana dai guai la sua futura moglie – la vorrebbe perennemente lontana da Chiardiluna, a rilassarsi alle terme con la famiglia – Ofelia lotta costantemente per affermare il suo ruolo di lettrice alla corte di Faruk.
L’intendente è sempre meno granitico mentre la lettrice molto più indietro di lui su tutto: dalla consapevolezza dei propri sentimenti alla conoscenza del quadro generale, della storia che sta dietro ai singoli rapimenti.
In questo secondo volume della saga dell’ “attraversaspecchi” Ofelia conferma la sua forza, il suo coraggio, la sua bontà d’animo, il suo altruismo, la caparbietà, la determinazione. Lo fa lottando per salvare sé stessa dal ruolo di sposa passiva, per salvare gli scomparsi dall’oblio e per salvare l’intendente stesso da una condanna a morte. Nonostante l’impegno e la tenacia, però, vedremo Ofelia fallire in quasi tutti i casi. E alla fine del libro né lei né noi abbiamo ancora scoperto fino a che punto la sua esistenza sia al centro delle sorti dell’intero universo. È un’inconsapevolezza quasi fastidiosa. La protagonista inizia ad avere delle intuizioni, delle sensazioni fortissime, dei deja vù ma tutto resta sul piano dell’inafferrabilità per il momento.
I personaggi maschili, invece, iniziano finalmente a “splendere di luce propria”.
La Dabos ci delizia facendoci tuffare nella psiche di uno spirito di famiglia! Nuotando a pieni polmoni nei ricordi di Faruk e nei suoi taccuini scopriamo sorprendentemente che questo “gigante albino e di ghiaccio” che terrorizza tutti, che spesso è imprescrutabile, è in fondo un bambino che si è perso nel bosco e sta impazzendo nel vano tentativo di ritrovare la strada di casa. È proprio questa dolorosa ricerca della verità, dei ricordi, della sua identità che lo rende imprevedibile e iper volubile. Il suo dramma, il dramma dello spirito di famiglia Odino – che sceglie di farsi chiamare come l’eroe dei libri che leggeva quando era bambino -, suscita infinita tenerezza nei nostri cuori e lo rende ai nostri occhi “più umano e meno divino”.
L’intendente però, è l’autentica, meravigliosa scoperta di questo secondo volume. Nel precedente volume Thorn è descritto come un abile, preciso funzionario, rude nei modi, algido nelle emozioni. Visto da tutti solo come il “bastardo” di Città Cielo perché nato dall’unione di due famiglie diverse – i draghi e gli storiografi – è un ibrido abbastanza “insulso”. Il dubbio che faccia tutto per un suo tornaconto personale e cioè per riabilitare il suo nome e perdere per sempre lo status di bastardo resta ben stampato nella nostra mente. Fino a quando l’autrice, in questo secondo libro, fa emergere la sua parte più intima, sensibile e in fondo romantica. Pian piano noi lettori, e Ofelia con noi, capiamo che ha imparato a conoscere e ad amare la sua futura moglie. Questo lo porta ad esporsi sempre in prima persona per evitare che ad Ofelia accadano cose spiacevoli.
Ma c’è di più, per fortuna, molto di più. Thorn non è un anticonvenzionale principe azzurro e basta. È colui che vuole cambiare il mondo. Letteralmente! Si è accorto prima di chiunque altro che l’assente per eccellenza nella vita di tutti è la Libertà, di pensiero, di scelta, di azione. Non teme di sfidare Dio in persona per far sì che tutti se ne riapproprino.
Quindi cosa possiamo aspettarci dal terzo volume della saga?
Sappiamo che esistono le Arche, gli spiriti di famiglia, un Dio-creatore di tutto che vive nell’ombra e che gioca con tutti come il burattinaio con i suoi burattini. Sappiamo anche, però, che potrebbe esistere una sorta di Anti-Dio, di “controfigura” di Dio e, cosa ancora più inquietante, che forse esiste un’entità super partes, ancora più al di sopra di Dio.
Riusciranno Thorn e Ofelia a rendere possibile il passaggio dal Medioevo al Rinascimento dell’universo inventato della Dabos?
Le aspettative sono altissime e la curiosità è alle stelle per scoprire chi possa mai esserci al di sopra del creatore del mondo!