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"L'ultima volta che siamo stati bambini" di Fabio Bartolomei

Autore: Elisa Impiduglia
Testata: Devilishly Stylish
Data: 24 gennaio 2019
URL: https://devilishlystylish2011.blogspot.com/2019/01/lultima-volta-che-siamo-stati-bambini.html

Cosimo, Italo e Vanda sono bambini di appena dieci anni con i sogni, la voglia di scoprire il mondo e la spensieratezza dell'infanzia intrappolate dalla seconda guerra mondiale. Per Vanda, orfana, il conflitto vuol dire una vita "in pausa", perchè chi adotterebbe una bambina quando a malapena si riesce a sopravvivere? Cosimo, dal canto suo, vive la guerra come la causa del suo isolamento forzato in casa, fino a quando il nonno non gli accorda il sospirato permesso di tornare a giocare all'aperto, insieme agli altri bambini. E poi c'è Italo, che indossa la sua divisa da balilla con orgoglio e vorrebbe solo l'approvazione incondizionata che i genitori riversano sul fratello maggiore, invece di essere sempre l'eterno secondo. A loro si aggiunge Riccardo, che nonostante le leggi dicano essere "diverso", per loro è solo un grande amico. È lui a portare a Cosimo una salsiccia (bene preziosissimo, in tempi di ristrettezze), quando il nonno lo chiude in cantina per punizione. È lui a far sembrare facile ogni impresa, dal saltare da una finestra all'uscire di notte senza farsi vedere.

Quando i tre scoprono che i tedeschi hanno rastrellato il ghetto e portato via intere famiglie, inclusa quella di Riccardo, non hanno dubbi: l'amico va trovato e riportato a casa. Da loro.

La loro fuga, dalle famiglie e dall'orfanotrofio dà il via a una seconda, disperata missione di soccorso, quella di suor Agnese (che intende riportare Vanda al sicuro, e con lei i suoi amici) e di Vittorio, militare in convalescenza, che subito si mettono sulle loro tracce. La loro speranza di raggiungere i piccoli fuggiaschi in poche ore si dimostra fin dall'inizio un imperdonabile errore di calcolo: Cosimo, Italo e Vanda sono determinati come solo i bambini, e la loro incoscienza è compensata dalla tenacia con cui affrontano una marcia estenuante verso un "campo" che sembra irraggiungibile, il cui prezzo si rivelerà ben più alto di quanto avrebbero potuto immaginare.

Fabio Bartolomei torna in libreria con L'ultima volta che siamo stati bambini (Edizioni E/O) e sin dalle prime pagine costringe il lettore ad abbandonare qualsivoglia precedente occupazione, mettersi comodo e seguire le peripezie dei tre eroi in missione, perchè di questo si tratta: di una missione di soccorso. Una crociata contro una guerra che agli occhi di Cosimo, Italo e Vanda non solo appare priva di senso, ma responsabile di aver reso gli adulti, ai quali hanno sempre guardato cercando conforto e spiegazioni, crudeli. Capaci di rapire, punire, ferire come mai avrebbero immaginato. L'orrore della guerra che racconta Bartolomei non è solo quello dei rastrellamenti, ma quello più profondo della perdita di umanità, quell'umanità che renderebbe impossibile lo sterminio di intere famiglie e che invece sembra essersi dissolta come neve al sole.

L'ultima volta che siamo stati bambini non è solo la storia Cosimo, Italo e Vanda, ma di un'intera generazione costretta a crescere troppo in fretta e a confrontarsi con l'assurdità di un conflitto sanguinoso, privata dell'infanzia e dell'innocenza che la caratterizza.

In un momento storico che sembra riproporre fin troppi dei passaggi che portarono l'Europa a vivere una delle pagine più buie della sua storia, è una lettura imprescindibile per ricordare, ancora una volta, quel secondo conflitto costato al vecchio continente 55 milioni di vite (stimate). Con la speranza che non ci sia mai un terzo atto.