Bello, bellissimo. “Fidanzati dell’inverno” mi era piaciuto molto, ma “Gli scomparsi di Chiardiluna” mi ha davvero conquistata. Oltre 500 pagine che scorrono via veloci, tra intrighi, complotti, promesse, nemici e un nuovo sentimento che sta prendendo forma tra i nostri due protagonisti. Inutile dirvi che non vedo l’ora di avere tra le mani il terzo volume che spero la casa editrice porti presto in Italia, altrimenti mi toccherà leggerlo in francese perché io DEVO sapere!
Scusatemi se mi ripeterò in questa recensione, ma in “Gli scomparsi di Chiardiluna” si conferma il talento di Christelle Dabos nel creare un mondo incredibile, con leggi tutte sue e tante di quelle famiglie con doni e poteri che c’è quasi da confondersi… ma dato che è la stessa Ofelia a scoprirle per prima, grazie alla sua curiosità e alle sue continue domande anche il lettore prenderà man mano confidenza con le dinamiche delle Arche e della corte del Polo.
In questo secondo romanzo della saga, Ofelia si dovrà confrontare ancora una volta con le sue paure, lo spirito di famiglia del Polo, Faruk, in più di un’occasione la metterà a dura prova, ma lei, nonostante la sua consueta goffaggine, dimostrerà di essere particolarmente coraggiosa e astuta.
“Gli scomparsi di Chiardiluna” è ambientato in un mondo fantastico, ma i sentimenti che animano i protagonisti (e nel caso di Ofelia, ad animarsi sono pure le cose!) sono profondamente reali. Ogni personaggio, anche il più marginale, è delineato con cura e precisione, e l’autrice si scava tra le pieghe delle emozioni in modo da scoprirne ogni cambio d’umore, ogni intenzione. Persino Faruk, spaventoso nelle sua magnificenza, riesce a essere fragile quando da solo prova a ricordare leggendo le sue annotazioni sui suoi innumerovoli taccuini, nel tentativo di capire chi è per davvero.
Ma, su tutti, è il rapporto tra Ofelia e Thorn a far palpitare.
“E voi, mi odiate ancora?”.
“Credo di no. Ora non più”.
“Meglio così” borbottò Thorn fra i denti, “perché non mi sono mai dato tanto da fare per non farmi odiare da qualcuno”.
Thorn è un personaggio straordinario. “Compassato dalla testa ai piedi, rigido come la giustizia, silenzioso come un’ombra”, vedrà la sua rigida compostezza subire delle crepe a causa del carattere dirompente di Ofelia e della sua capacità di attirare catostrofi. Thorn ci sarà sempre per lei, per proteggerla, per provare a spiegarle quali sono le sue vere intenzioni (faccio un paragone azzardato, ma Ofelia in più di un’occasione mi è sembrata accecata dai pregiudizi come la cara Elizabeth…) e a pagina 534 ho dovuto fermarmi a riprendere fiato.
SOSPIRONE.
Thorn è stato coraggioso per tutto il romanzo, soprattutto quando si è messo in relazione con i suoi sentimenti, sfidando tutto ciò in cui ha sempre creduto e l’unico modo di vivere che conosce – vedi una particolare scena durante la pioggia (SOSPIRONE) – ma alla fine, quando ha fatto quello che ha fatto, l’ho davvero detestato. Ma che motivo c’era, dico io??? Mannaggia a te, Thorn, e io ora che faccio??? Ho letto la sinossi del tezo libro e mannaggia anche a te Christelle!!
Ofelia invece mi ha colpita moltissimo nel momento in cui prende coscienza di ciò che è cambiato nel suo cuore e devo dire che l’autrice ha usato un espediente narrativo molto bello, giocando sulle sfumature di significati del verbo “riflettere” e “guardare”, ma non vi anticipo altro perché è giusto che ve lo gustiate.
Insomma, c’è ancora tanto da scoprire su Faruk, su Dio, su un nuovo nemico, sulla Lacerazione, sugli spiriti di famiglia e su Thorn e Ofelia che sono certa ci faranno battere forte il cuore nel prosieguo della storia.
Fidatevi è il vostro cuore la cosa di cui ha realmente bisogno, non le vostre mani.
Le domande senza risposte sono ancora diverse, la curiosità è aumentata e… insomma, ancora non lo avete letto? E che state aspettando?