Solo chi è veramente appassionato di qualcosa può comprendere la gioia che ho provato quando ho scoperto che sarebbe uscito questo secondo capitolo. Il primo, Fidanzati nell’inverno, mi aveva colpito particolarmente e tutti i lati positivi riscontrati allora sono stati confermati. Christelle Dabos ha creato un mondo magico e una storia talmente coinvolgente e intricata da essere comprensibile solo entrandoci a fondo.
Dopo poche pagine vi ritroverete sommersi, accerchiati, senza alcuna possibilità di fuga da questa realtà folle e intrigante. Il mondo non mi era nuovo quindi ambientarmi è stato molto più semplice della prima volta, anche i nomi dei personaggi che ruotano intorno agli stupendi protagonisti, man mano che li trovavo, facevano riaffiorare nella mia mente le precedenti bizzarre dinamiche.
Ritroviamo Ofelia, buffa e goffa come sempre, mentre si sta recando al cospetto dello spirito di famiglia Faruk per fare la sua conoscenza e sperare nella sua protezione «Dovete fare una buona impressione al nostro signore» ordinò Berenilde senza smettere di sorridere. «Ormai abbiamo molti più nemici che alleati: la sua protezione avrà un peso decisivo. Se non gli piacete al primo colpo sarà la nostra condanna a morte». Converrete con me che non sono esattamente le parole più incoraggianti del mondo, per Ofelia fare una buona prima impressione non è semplice e infatti, nonostante la presenza rassicurante del suo amico Archibald, finirà subito per cacciarsi nei guai. «Storia, quindi. Perfetto, piccola di Artemide, mi racconterete storie. Sarà il prezzo della protezione che accordo a voi e alla vostra famiglia. Vi nomino vicenarratrice». Ofelia è scioccata da questa proposta ma non può certo tirarsi indietro, qualcosa dovrà riuscire a inventarsi per rimanere sotto l’ala protettrice di Faruk e permettere a Thorn di avere il posto che gli spetta a corte.
Thorn rimane sempre il cruccio di Ofelia, quest’uomo così algido, chiuso, impenetrabile che non si lascia mai sopraffare dalle emozioni «Vi sto dando appuntamento. Un appuntamento ufficiale da futuro marito a futura moglie. Siete ancora in linea?». «Sì, sì, vi sento» farfugliò lei. «Ma perché vederci? Vi ho appena detto…». «Molto semplicemente, non possiamo permetterci di essere nemici» tagliò corto Thorn. «Mi state complicando la vita col vostro rancore, dobbiamo assolutamente riconciliarci. Io non posso entrare nel gineceo. Venite a trovarmi all’intendenza, insultatemi, schiaffeggiatemi, rompetemi un piatto sulla testa, se volete, poi non parliamone più.» Insomma non sono esattamente le parole d’amore che una futura moglie vorrebbe sentirsi dire, ma chissà che in futuro non possa esserci spazio anche per dimostrazioni d’affetto vero e sincero.
Ofelia e Thorn in questo secondo capitolo compiono molti passi che li avvicinano e ho trovato splendide e totalmente inaspettate certe frasi che Thorn riesce a pronunciare. La storia d’amore per me è sempre importante, ancor di più quando il sentimento cresce piano piano e non è fatto di attrazione, ma di fiducia, rispetto e comprensione reciproca dei propri pregi e difetti. Thorn risulterà molto più leggibile e darà prova del suo gran cuore. Ofelia si mostrerà testarda, forte e fondamentale per venire a capo dei tanti misteri presenti durante la narrazione. Primo fra tutto Gli scomparsi di Chiardiluna già perché, inspiegabilmente, alcuni personaggi di spicco spariscono nel nulla e l’illuminazione per capire come trovarli verrà proprio alla piccola e goffa Ofelia. Finirà per cacciarsi nei guai ovviamente altrimenti non sarebbe lei e chissà che possa essere proprio Thorn a trarla in salvo. Altro mistero, che comprenderete solo in parte in questo capitolo, è legato al Libro di Faruk, il libro che lui vuole venga letto dalla lettrice o da colui che si legherà a lei col vincolo del matrimonio ed erediterà i suoi poteri. Cosa nasconde questo Libro? Perché Faruk resta così sconvolto da una delle storie di Ofelia? Che sensazioni rievocano in lui le parole di quella storia proveniente da Anima? Solo unendo le forze Ofelia e Thorn potranno venirne a capo, bisognerà vedere se ne saranno in grado.
«Non credo nella fortuna e neanche nel destino» dichiarò. «Mi fido solo della scienza delle probabilità. Ho studiato statistica, analisi combinatoria, funzione di massa, variabili aleatorie, e non mi hanno mai riservato sorprese. Sembra che non vi rendiate conto dell’effetto destabilizzante che una come voi può produrre in uno come me». «Non vi seguo» balbettò Ofelia in tutta sincerità.
Ho trovato splendida la piega che l’autrice ha voluto donare alla storia, tutto il cammino che Ofelia e Thorn percorrono insieme, pur intralciandosi e pestandosi spesso i piedi reciprocamente, dà l’idea delle difficoltà che una coppia deve superare per costruire un futuro insieme degno di essere vissuto. Li adorerete divisi e uniti e vi piaceranno tutti i personaggi che ruoteranno loro intorno, sia i buoni che i cattivi, perché l’equilibrio nei fantasy è importante e qui è praticamente perfetto. Promosso a pieni voti e consiglio la saga a tutti gli amanti del genere, sperando che entro l’anno esca il terzo volume, La memoria di Babele, che sembra non essere più il capitolo conclusivo.
★★★★★