Login
Facebook
Twitter
Instagram
Newsletter

“La doppia madre” di Michel Bussi

Autore: Elisabetta Bolondi
Testata: SoloLibri
Data: 26 ottobre 2018
URL: https://www.sololibri.net/La-doppia-madre-Bussi.html

Dei molti libri pieni di suspence e di finali a sorpresa a cui Michel Bussi ci ha abituato, confesso che questo mi ha colpito meno degli altri, pur riconoscendo allo scrittore francese, “il maestro del romanzo trompe l’oeil”, come è stato definito, una capacità di scrittura nel tenere alta la tensione del lettore veramente eccezionale.

La storia al centro di “La doppia madre” è quella del bambino Malone, quattro anni circa, e del suo peluche dal quale non si allontana mai; uno strano animale Guti, non usuale e subito identificabile, ma un oggetto che avrà importanza fondamentale nell’intreccio narrativo.

Ci sono molte donne nel romanzo: Marianne Augresse, la quarantenne ispettore di polizia di Le Havre, teatro della vicenda, che si trova di fronte ad un caso difficile: perché lo psicologo scolastico Vasil Dragonman è molto preoccupato delle condizioni psichiche del piccolo Malone, che afferma che non è la sua vera mamma quella con cui vive. I ricordi e i disegni del bambino, precocissimo, testimoniano una realtà diversa da quella ufficiale, che vede il piccolo regolare figlio di Dimitri e Amanda. L’ispettrice è quasi infastidita dalla insistenza di Vasil, presa com’è dal risolvere il caso ancora irrisolto di una sanguinosa rapina avvenuta poco prima a Deauville, nella quale sono morti i due giovani rapinatori mentre altri due, i più pericolosi, sono irreperibili come pure il bottino di oltre due milioni di euro. E infine c’è Angélique, Angie, cara amica di Marianne, ma innamorata di Vasil, su cui la stessa ispettrice ha messo gli occhi.

Ma quando lo psicologo in cerca del luogo a cui si riferiscono i precisi ricordi del piccolo Malone, torri, castelli, razzi, viene trovato carbonizzato insieme alla sua moto presso la scogliera che guarda la Manica, Marianne e la su fedele squadra di poliziotti capiscono che rapina e Malone fanno parte della stessa intricata storia. Da qui una serie di intrecci, di delitti, di sorprese, di interrogativi sulle vere identità dei protagonisti.

Il gioco sottile di Michel Bussi è proprio questo: fino alle ultime pagine di “La doppia madre”, quasi cinquecento, ci chiediamo chi siano i buoni e chi i cattivi, chi la vera madre di Malone, chi ha orchestrato così atroci delitti. La caratteristica che più apprezzo in Michel Bussi, capace di muoversi in diversi scenari geografici con agio e conoscenza specifica dei luoghi, è la sua attenzione allo spaccato sociale, alla verosimiglianza dei suoi personaggi, alle loro frustrazioni, ai loro tratti psicologici. Un thriller, il romanzo, ma con molti sapienti risvolti nell’analisi della condizione socioeconomica degli ambienti provinciali descritti, che ci aiutano a conoscere una Francia che non è solo Parigi.