A 30 anni dal bestseller mondiale di Banana Yoshimoto Kitchen, Murata Sayaka ci fa riprovare lo stesso senso di smarrimento grazie al romanzo La Ragazza del Convenience Store.
La Ragazza del Convenience Store è il romanzo di Murata Sayaka, edito in Italia da Edizioni e/o bestseller in Giappone con oltre 700000 copie vendute, la cui protagonista Keiko è una trentenne solitaria e riflessiva che ha scelto di non adeguarsi agli standard sociali giapponesi, che la vedrebbero sposata o donna in carriera, scegliendo di vivere con una occupazione part-time in un convenience store detto comunemente kombini. Caratterizzata da alcune peculiarità comportamentali fin da piccola Keiko non si è mai sentita accettata neanche dalla sua famiglia e dal mondo esterno, si è quindi rifugiata in un lavoro che le consente di avere limitati contatti con il mondo esterno.
L’ordine e le regole che regolano il kombini rassicurano Keiko che finisce nel rifugiarsi in esso come un microcosmo protetto nel quale la sua divisa e il suo ruolo non la obbligano continuamente giustificarsi sul perché non sia “conforme” alle aspirazioni del mondo esterno. Per nulla sbagliato il paragone di questa opera con il bestseller mondiale di Banana Yoshimoto Kitchen, pur perdendo qualsiasi riferimento al sovrannaturale, nel quale Mikage si rifugiava nella cucina come luogo per trovare rassicurazione, conforto e calore dalla solitudine di un mondo percepito come ostile.
I freeters, giovani che rinunciano alla sicurezza del posto fisso per sfuggire ad un sistema sociale e lavorativo troppo assimilante, sono i veri protagonisti di questo romanzo come della letteratura della Yoshimoto. Giovani che vivono di lavoretti part-time, spesso alla ricerca di un senso della vita che non riesce a risolversi nell’adeguamento alla cultura mainstreem, e che sentendosi rifiutati da essa sfuggono dai contatti sociali. E’ stato a tal proposito coniato il termine Hakkinomori ad indicare tale fenomeno di isolamento sociale, che in alcuni casi raggiunge livelli estremi, come reazione ad richieste sociali terribilmente pressanti. Tale fenomeno era già stato rilevato in Giappone durante gli anni ottanta per poi diffondersi successivamente, o semplicemente emergere nella consapevolezza sociale, in America e in Europa. I kombini spesso rappresentano un luogo simbolo di coloro che vivono l’esclusione sociale perché forniscono pasti preconfezionali 24 ore su 24. La stessa protagonista de La Ragazza del Convenience Store si nutre esclusivamente di pasti prodotti nel kombini anche per evitare di spendere soldi in altri esercizi commerciali favorendo la concorrenza. Altri libri e film celebri parlano di questo fenomeno, tra cui ricordiamo Player One di Ernest Cline, che evidenziano la elaborazione di una vivida sottocultura dell’isolamento nella quale si esprime sottotraccia la resistenza alla dittatura culturale della produttività e del successo.
La Ragazza del Convenience Store è una interessante riflessione sul presente e sul futuro delle nuove generazioni che non accettano di adattarsi, la descrizione vivida e minuziosa di un problema che potrebbe contenere la soluzione.