E’ un infinito rincorrersi la storia di Lila e di Lenù. Nel terzo volume della quadrilogia – Storia di chi fugge e di chi resta – le due amiche sono diventate adulte. Lila ha lasciato il marito per andare a lavorare in una fabbrica di salumi, luogo di sottomissione e di abusi. Lenù, dopo essersi laureata alla Normale di Pisa, scrive un romanzo di successo che le apre le porte di una società colta e benestante. Sullo sfondo, la Napoli della contestazione giovanile e delle rivendicazioni sindacali, mondo dal quale Lila si lascerà attrarre per denunciare i soprusi subiti in fabbrica. Le strade delle due amiche si sono divise, ma resta un legame forte, indissolubile, sotto traccia. Lenù sposa in Comune il rampollo di una famiglia di baroni universitari di sinistra “Sposarsi faceva tutt’uno col contributo a una battaglia laica”. Di tanto in tanto ritorna a Napoli dove ritrova i vecchi amici e i ricordi di un tempo ancora nitido che non passa mai. L’infelicità di Lila, la sua dannazione, si riflettono nella vita di Lenù sulla quale si staglia l’eterna figura di Nino, il figlio del poeta ferroviere che in una folle vacanza ischitana di alcuni anni prima abusò di lei.
Storia di chi fugge e di chi resta è la tappa forse più interessante della lunga storia d’amore e di amicizia scritta dalla Ferrante. Il capitolo in cui la vicenda acquista maggiore respiro e si delinea in tutta la sua ampiezza. Lila e Lenù sembrano rincorrere una felicità che non esiste, non esiste neppure nella ricchezza e nella fama raggiunta dalla giovane scrittrice, fuggita da Napoli per inseguire il successo, ma rimasta impigliata nei ricordi e nell’amore incompiuto per Nino. Le tracce dell’infanzia e di quel vecchio stradone di periferia non vanno più via, imprigionano le due amiche in uno spazio bianco dove ogni altra contaminazione sembra scivolare nel vuoto e lasciare un senso di inappagamento. Tutto scorre: i matrimoni, i figli, il lavoro, ma l’immagine del rione, il suo richiamo, sono come una dolce maledizione che ferma il tempo e le passioni. L’amica geniale ci racconta una storia potente, viscerale, vibrante e senza filtri dalla quale noi lettori non riusciamo e non vogliamo staccarci. Una storia già scritta che Elena Ferrante ha saputo ricordare, catturare e spogliare di ogni altra parola inutile. E’ lei la nostra amica geniale.